8 Dicembre 2024
Agrigento e Provincia

SCIACCA. Omicidio Cangialosi, depositata la relazione dei Ris di Messina

È stata depositata in Procura la relazione tecnica conclusiva degli accertamenti biologici eseguiti dai Carabinieri del R.I.S. (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Messina il 24 novembre 2009.

Gli esiti sono clamorosi, infatti all’interno dell’autovettura CITROEN C3 in uso all’indagato Piazza Nicola Calogero, sono state trovate tracce di sangue riconducibili a Cangialosi Michele. É stato decisivo l’impiego del luminol, l’ormai celebre reagente che permette di evidenziare micro-tracce di sangue attraverso una tipica luminescenza blu, visibile al buio. Vaporizzando il luminol all’interno del vano porta bagagli della macchina, è apparsa evidente la reazione positiva di un piccolo frammento di roccia presente in prossimità della ruota di scorta.
 
Le analisi di laboratorio hanno poi rivelato la natura umana delle tracce di sangue e sofisticati accertamenti biomolecolari hanno permesso di estrapolare un profilo genetico maschile. La comparazione di tale profilo così ottenuto con il DNA dei genitori della vittima ha permesso di determinare che il sangue presente sul frammento di roccia apparteneva proprio a Cangialosi Michele, ucciso nel lontano aprile del 2009, verosimilmente massacrato a colpi di pietra nel portabagagli dell’autovettura in uso al Piazza. Sette mesi di tempo e condizioni non certo ottimali per la conservazione di qualsivoglia fluido biologico non sono bastate ad impedire che la scienza fornisse il suo decisivo contributo alle indagini.

Quanto sopra rafforza in modo decisivo il quadro accusatorio delineato nell’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato la moglie della vittima, Celeste Saieva, Nicola Piazza e un amico di questi, Paolo Naro, in carcere, l’1 novembre 2009. La ricostruzione della vicenda aveva infatti permesso di accertare che il Cangialosi, creduto morto, era stato riposto nel bagagliaio della vettura per essere trasportato nel luogo dell’occultamento. I rantoli della vittima, agonizzante, avevano indotto i complici a fermare la marcia dell’autovettura e infierire ulteriormente sul corpo colpendolo ripetutamente e violentemente al volto con dei massi raccolti dal bordo della carreggiata, per poi terminare il viaggio in un appezzamento di terreno riconducibile al Piazza e situato alla periferia di Sciacca dove il corpo veniva nascosto in una buca già predisposta nel terreno.