SCIACCA. Omicidio Cangialosi, depositata la relazione dei Ris di Messina
Gli esiti sono clamorosi, infatti all’interno dell’autovettura CITROEN C3 in uso all’indagato Piazza Nicola Calogero, sono state trovate tracce di sangue riconducibili a Cangialosi Michele. É stato decisivo l’impiego del luminol, l’ormai celebre reagente che permette di evidenziare micro-tracce di sangue attraverso una tipica luminescenza blu, visibile al buio. Vaporizzando il luminol all’interno del vano porta bagagli della macchina, è apparsa evidente la reazione positiva di un piccolo frammento di roccia presente in prossimità della ruota di scorta.
Quanto sopra rafforza in modo decisivo il quadro accusatorio delineato nell’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato la moglie della vittima, Celeste Saieva, Nicola Piazza e un amico di questi, Paolo Naro, in carcere, l’1 novembre 2009. La ricostruzione della vicenda aveva infatti permesso di accertare che il Cangialosi, creduto morto, era stato riposto nel bagagliaio della vettura per essere trasportato nel luogo dell’occultamento. I rantoli della vittima, agonizzante, avevano indotto i complici a fermare la marcia dell’autovettura e infierire ulteriormente sul corpo colpendolo ripetutamente e violentemente al volto con dei massi raccolti dal bordo della carreggiata, per poi terminare il viaggio in un appezzamento di terreno riconducibile al Piazza e situato alla periferia di Sciacca dove il corpo veniva nascosto in una buca già predisposta nel terreno.