Operazione ‘Dna’: i ‘ritratti’ degli arrestati e i dettagli dell’inchiesta
Ecco i dettagli dell’operazione antimafia “Dna”, le accuse, le schede degli arrestati e i legami di parentela, le vittime delle estorsioni.
Nel mese di luglio 2007, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Agrigento iniziava una indagine nei confronti di FOCOSO Filippo e LUPARELLO Francesco, soggetto quest’ultimo ritenuto il più vicino al capo famiglia di Realmonte, anche in virtù del rapporto di parentela che li unisce: LUPARELLO Francesco è coniugato con GONZALES NICOSIA Carmen prima cugina di FOCOSO Filippo.
‘Hanno la mafia nel Dna’, arrestati gli “eredi” di Gerlandino Messina
Filippo FOCOSO di Realmonte, è uomo d’onore appartenente alla famiglia mafiosa di Realmonte, con lo specifico ruolo di capo-famiglia. Egli è fratello di Josef, già condannato per associazione di tipo mafioso ed altri gravi reati ed in atto detenuto, nonché figlio di Giuseppa Nicosia, cugina della madre di Gerlandino MESSINA, già vice-capo della provincia mafiosa di Agrigento.
Da anni residente in Germania, Filippo FOCOSO rientra in Realmonte dopo la cattura,nell’anno 2005,del fratello Josef, latitante dei 30. Egli si occupa fondamentalmente dell’organizzazione delle estorsioni ai danni dei commercianti ed imprenditori di Realmonte e della relativa riscossione del pizzo.
Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio DI GATI, sentito in ordine alla partecipazione ed al ruolo di Filippo FOCOSO all’interno di Cosa Nostra, nonché gli ulteriori elementi di prova al riguardo acquisiti, consentono di ritenere che FOCOSO Filippo faccia parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra rivestendo un ruolo direttivo in seno alla famiglia mafiosa di Realmonte e che lo stesso, dopo l’arresto del fratello Josef, ne abbia preso il posto all’interno della famiglia mafiosa di Realmonte ed anche quale esattore di estorsioni.
Francesco LUPARELLO di Realmonte. Risulta essere una delle persone più vicine a FOCOSO Filippo, anche in virtù del loro vincolo di parentela: la moglie di LUPARELLO Francesco, GONZALES NICOSIA Carmen, è prima cugina di FOCOSO Filippo e la madre di GONZALES NICOSIA Carmen, NICOSIA Paola, è cugina (figlie di fratelli) della madre di MESSINA Gerlandino. Sostenere che LUPARELLO Francesco abbia un rapporto particolare con la famiglia MESSINA non è solo frutto di una deduzione. Occorre, infatti, ricordare che il soggetto in questione, in data 18 ottobre 1992, è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, per oltraggio – resistenza a P.U., commesso in concorso con MESSINA Gerlandino (tratto in arresto nelle medesima situazione per detenzione illegale di arma comune da sparo, strumenti atti ad offendere e detenzione di sostanza stupefacente).
Nella circostanza, LUPARELLO Francesco ha cercato di impedire al personale della P.S. operante di accedere all’interno dell’abitazione in uso MESSINA Gerlandino per compiere i controlli del caso. In seguito, all’interno dell’abitazione in questione e nelle sue adiacenze sono state rinvenute armi, munizioni e sostanze stupefacenti.
Nel corso delle operazioni tecniche, è emerso come LUPARELLO sia piuttosto disponibile nei confronti di FOCOSO Filippo, adoperandosi in varie occasioni anche per le esigenze del fratello di quest’ultimo, FOCOSO Joseph, recluso presso la casa Circondariale di Parma, già latitante inserito nella lista dei 30. In un caso in particolare, LUPARELLO si è adoperato per procurare un giubbotto di griffe per FOCOSO Joseph.
LUPARELLO Francesco non si è limitato ad avere rapporti con i soli esponenti della famiglia mafiosa di Realmonte. Ha dimostrato di essere in collegamento anche con le altre famiglie mafiose locali, prendendo parte attiva alle dinamiche che le coinvolgono.
Alla luce degli elementi raccolti deve ritenersi che LUPARELLO Francesco faccia parte dell’associazione mafiosa Cosa Nostra e, in particolare, della famiglia mafiosa di Realmonte e che grazie a detta appartenenza abbia imposto ad imprenditori sia l’assunzione di parenti che trattamenti di favore.
Domenico SEDDIO di Porto Empedocle. Sul conto di quest’ultimo, oltre alle risultanze delle indagini svolte nel presente procedimento, occorre richiamare le dichiarazioni rese alla fine degli anni 90 dai collaboratori di giustizia SALEMI Pasquale e FALZONE Alfonso , di cui in passato è già stato dimostrato l’elevatissimo grado di attendibilità.
Quanto accertato nel corso delle indagini consente di affermare con certezza che il SEDDIO Domenico sia l’attuale leader della “famiglia” mafiosa di Porto Empedocle.
L’attività d’indagine disposta nei confronti di SEDDIO Domenico e ROMEO Salvatore ha fatto emergere un interessamento dei due indagati alle assunzioni presso la cementeria di Porto Empedocle[1].
All’interno del complesso industriale, vi operano le imprese aggiudicatarie degli appalti riguardanti la gestione dei servizi e della manutenzione dell’impianto stesso.
Dai primi giorni del mese di ottobre del 2007, SEDDIO Domenico ed altre persone a lui riconducibili sono stati ingaggiati da una di queste imprese. Oltre tale ditta, SEDDIO Domenico e ROMEO Salvatore fanno riferimento anche ad un’altra impresa, per richiedere l’assunzione di persone a loro vicine.
Nel corso della presente attività di indagine, è emerso come gli indagati siano in grado di influenzare le scelte gestionali dei responsabili delle ditte sopra indicate, “segnalando” loro il personale da assumere e nello stesso tempo garantendo “protezione” all’attività dello stabilimento di Porto Empedocle. Questo ha prodotto un ingiusto vantaggio patrimoniale per le persone vicine all’organizzazione, derivante dall’assunzione favorita da Cosa Nostra ed un danno ad altri eventuali aspiranti all’ingaggio.
Il comportamento è fortemente sintomatico della condizione di assoggettamento che la coppia SEDDIO – ROMEO riesce ad imporre e che deriva chiaramente dalla loro appartenenza a Cosa Nostra. A sostegno dell’assunto, gli imprenditori hanno ammesso: di conoscere le vicende giudiziarie di SEDDIO; di aver assunto operai che “non avevano una particolare preparazione tecnica” e comunque non sufficiente da giustificarne l’assunzione, sebbene la Italcementi lo pretendesse contrattualmente.
Le attività hanno consentito di stabilire una indiscussa leadership di SEDDIO Domenico nell’ambito del gruppo criminale. Ricoprendo tale ruolo, impartisce ordini e viene costantemente avvisato delle problematiche che man mano vanno concretizzandosi.
E’ stato evidenziato il ruolo di “capo famiglia” ricoperto da SEDDIO Domenico che, come tale, viene costantemente informato ed interessato di ogni problematica che viene a materializzarsi all’interno dell’organizzazione ovvero che vede coinvolto un appartenente alla stessa.
Sconcertante è il ruolo svolto da SEDDIO DOMENICO all’interno della ITALCEMENTI al fine di pilotare le assunzioni così come la capacità dello stesso di interloquire con chiunque svolga lavori di qualsiasi interesse in Porto Empedocle.
SEDDIO Domenico effettua un ruolo di collocamento delle persone che, sicuramente, gli consente di godere della simpatia dei suoi concittadini che, in mancanza di strutture pubbliche in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, gli saranno sempre grati con ciò aumentando quella situazione di omertà tipica del delitto di cui all’art. 416 bis c.p. con buona pace degli sforzi di diffondere la legalità!
Salvatore ROMEO di Porto Empedocle. Altro soggetto appartenente all’associazione mafiosa radicata nei comuni di Porto Empedocle, Realmonte e Siculiana facente capo alla famiglia MESSINA – ed operante nel settore delle estorsioni, dell’usura e degli appalti pubblici è, ROMEO Salvatore.
“….ROMEO Salvatore e ROMEO Maurizio sono cugini di SEDDIO Domenico e sono “vicini” alla famiglia di Porto Empedocle Si prestano a fornire informazioni, a bruciare autovetture ed ad apporre bottiglie incendiarie per intimidire le vittime delle estorsioni….”
Le dichiarazioni di SALEMI Pasquale e le intercettazioni effettuate nei confronti di ROMEO Salvatore hanno consentito di accertare che lo stesso deve considerarsi il “braccio destro” di SEDDIO Domenico.
L’attività d’intercettazione disposta nei confronti di SEDDIO Domenico e ROMEO Salvatore ha fatto registrare una serie di conversazioni, dalle quali emerge un certo interessamento dei due indagati alle assunzioni presso la cementeria di Porto Empedocle.
Si precisa che ROMEO Salvatore:non ricopre nessun tipo di carica all’interno della ITALCEMENTI; non lavora per nessuna ditta esterna alla cementeria; all’epoca dei fatti risultava essere disoccupato.
Nonostante ciò, si prodiga insistentemente al fine di trovare lavoro a terzi senza avere la stessa preoccupazione per se stesso.
Il ROMEO veniva utilizzato dal gruppo criminale in un duplice ruolo: come anello di congiunzione tra il leader SEDDIO e i vari associati che materialmente mettono in atto i danneggiamenti; come elemento incaricato di mantenere i “contatti” con i titolari di esercizi commerciali.