9 Settembre 2024
Agrigento e ProvinciaCronacaPrimo piano

Beni confiscati, parte la prima mietitura antimafia nell’Agrigentino

NARO. E’ cominciata all’alba di ieri la prima mietitura di grano biologico nelle terre confiscate al boss Diego Guarneri di Canicattì. A lavoro i soci della cooperativa “Rosario Livatino – Libera terra” di Naro che hanno deciso di investire nella cerealicoltura per far fruttare i terreni confiscati alla mafia e assegnati a loro dal Consorzio agrigentino legalità e sviluppo.
Sono sessanta gli ettari coltivati nelle contrade Robadao e Gibbesi con grano duro a certificazione biologica messo a disposizione dall’associazione Libera guidata da don Luigi Ciotti. Mentre altri cinquanta ettari di terra in contrada Virgilio, sempre al confine tra Naro e Campobello di Licata, sono stati seminati a ceci e a farro.
Le iniziali difficoltà della cooperativa “Rosario Livatino – Libera Terra”, guidata dall’agronomo Giovanni Lo Iacono, riconducibili alla mancanza di liquidità sono state superate grazie al contributo arrivato da istituzioni bancarie come la Bnl, da Libera e dal Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo presieduto da Maria Grazia Brandara.
“I beni confiscati e riqualificati a Naro – ha detto la Brandara – vivono, producono e danno lavoro. Un modello virtuoso nella gestione di dei beni sottratti alle organizzazioni criminali, un punto di partenza per un percorso di legalità nel nostro territorio, come è già stato sottolineato dal prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino. Il lavoro dei soci e il sostegno degli sponsor e di Libera ci consentono oggi di raccogliere il grano che simbolicamente rappresenta la vittoria della vita sulla mala erba della mafia che su quei territori aveva piantato le sue cancerose radici”.

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