Indulto e amnistia ultime notizie 2014, nuova protesta radicale
Indulto e amnistia 2014: questa mattina i radicali dell’associazione ‘Andrea Tamburi’ hanno manifestato fuori dal palazzo del Consiglio regionale della Toscana, in via Cavour, per chiedere la garanzia del diritto alle cure in carcere; un’iniziativa non violenta che ha visto impegnati qualche decina di cittadini. La manifestazione ha visto la presenza della segretaria di Radicali italiani, Rita Bernardini, giunta al 30esimo giorno di sciopero della fame. Mentre all’esterno si scandivano slogan per l’approvazione di amnistia e indulto, dentro Palazzo Panciatichi 10 consiglieri regionali di forze politiche trasversali hanno sottoscritto l’appello: Marco Taradash (Ncd), Rudi Russo (Centro democratico), Monica Sgherri (Prc), Pieraldo Ciucchi (gruppo misto), Mauro Romanelli (Sel), Stefania Fuscagni, Tommaso Villa e Nicola Nascosti (Fi), Severino Saccardi e Vanessa Boretti (Pd).
Indulto e amnistia ultime notizie 2014
Mentre si parla di indulto e amnistia, approvato nell’ultima seduta del plenum di Palazzo dei marescialli con 19 voti a favore e due astensioni, il parere spiega che la cifra prevista dal governo a risarcimento dei detenuti e’ “troppo contenuta” sia alla luce della “natura fondamentale del diritto violato”, sia in considerazione del fatto che lo stesso ordinamento italiano ha ritenuto che un giorno di liberta’ controllata- peraltro “non assimilabile a una detenzione sofferta in ‘condizioni inumane o degradanti’- equivalga a 250 euro di pena pecuniaria”. E se e’ intuibile che la scelta compiuta dal governo sia “riconducibile al timore che il riconoscimento di di importi assai cospicui a favore dei danneggiati possa gravare eccessivamente sulle finanze dello Stato”, la previsione di un limite del genere “appare discutibile anche sotto il profilo della rigidita’ del tasso di risarcimento previsto per legge, senza che sia prevista alcuna possibilita’ di graduarlo in ragione della gravita’ del pregiudizio eventualmente accertato”. Problemi che – come riporta l’Ansa – possono esporre la norma “a problemi di compatibilita’ costituzionale sotto il profilo dell’effettivita’ della tutela”, avvertono i consiglieri, prospettando la violazione dell’art 117 della Costituzione che impone il rispetto dei vincoli comunitari;perche’ la norma potrebbe essere “sospettata di svuotare di contenuto la tutela offerta” dalle disposizioni europee, non dando luogo a “un effettivo ristoro” ai detenuti da parte dello Stato italiano. Il Csm teme anche che la presumibile “vastissima platea” di detenuti che presentera’ ricorso determinera’ “un notevole rallentamento nell’accesso alla tutela giurisdizionale, anche tenuto conto della condizione di notevole difficolta’ in cui versano gli uffici di sorveglianza”.