Mafia della Montagna: la “messa a posto” pure per Archi di Pasqua, le intercettazioni

Gli Archi di Pasqua montati ancor prima che venisse aggiudicata la gara d’appalto. È quanto accaduto – come emerso dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione Montagna – nel 2015 a San Biagio Platani. Nel blitz è stato arrestato anche il sindaco Santino Sabella. Come riporta il Giornale di Sicilia oggi in edicola, era il 26 febbraio e il 10 marzo del 2015, i carabinieri della stazione di San Biagio Platani accertavano – viene ricostruito nell’inchiesta – che erano già in atto gli allestimenti degli Archi di Pasqua. Ma la gara d’appalto non era stata ancora espletata e dunque non c’era alcuna aggiudicazione dei lavori. Gara che, per un valore complessivo di 49.999 euro, è stata poi fatta e il 24 marzo risultava – scrivono investigatori e inquirenti – provvisoriamente aggiudicata all’unica impresa partecipante. Aggiudicazione che diveniva definitiva il 30 marzo. Tutto questo avrebbe determinato dei problemi che hanno visto coinvolti gli esponenti delle famiglia mafiose di San Biagio Platani e di Alessandria della Rocca.

“Le indagini – scrive il gip – hanno rivelato che Sabella autorizzava arbitrariamente la ditta ad iniziare i lavori per la collocazione degli archi di Pasqua, ancor prima dell’aggiudicazione e in seguito prendeva precisi accordi con Giuseppe Nugara per la gestione dei lavori da parte dell’impresa aggiudicataria”. Era il primo marzo – viene sempre ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare – quando i presunti rappresentanti della famiglia mafiosa di San Biagio Platani Giuseppe Nugara e Raffaele La Rosa si recavano ad Alessandria della Rocca per incontrare Calogero Sedita, (referente della locale famiglia mafiosa, scrivono i magistrati della Dda) e stabilire un contatto proprio con l’impresa che aveva presentato l’offerta per i lavori da effettuare in occasione della festa degli Archi di Pane.

Una “breve conversazione intercettata dalla microspia posta nell’autovettura di Nugara – scrive il Gip – consentiva di comprendere che lo stesso desiderava che (omissis) ottenesse i lavori in sub appalto dall’impresa e nel contempo sottolineava che la stessa impresa aggiudicataria avrebbe dovuto mostrarsi più’educata’, riferendosi chiaramente alla necessità di mantenere un rapporto diretto con lui e non con altri interlocutori”. “Devono essere tutti più educati”, avrebbe commentato Giuseppe Nugara.

L’intercettazione è proseguita durante il rientro verso San Biagio Platani e sarebbe stato espresso tutto l’interesse affinché l’impresa aggiudicataria aderisse alle loro richieste, quale conseguenza della pressione esercitata: “Una volta che .. loro una volta conoscendoli .. le persone .. nel paese questo il discorso è … una cosa che ci va a parlare uno .. una altra cosa e che ci va parlare. … Gli devono rimanere a loro! E gliel’ho detto tu prendi un po’ da questa parte, un po’ dall’altra parte e glieli metti in più… e ci vado io a parlare e ti faccio fare gli archi e te li faccio montare e te li faccio smontare. Qual è il problema tuo o no?”. In un successivo incontro – stando alla ricostruzione di investigatori e inquirenti – veniva confermata, con certezza, che gli accordi fra le due famiglie mafiose consentivano di portare a buon fine la “messa a posto”.