Processo trattativa Stato-mafia, legale di Cinà: “Pm non hanno mai parlato del suo ruolo”

“Il pm in questo processo non ha mai fatto cenno a quale fosse il ruolo di Antonino Cinà, non ha mai indicato una sola circostanza o prova da cui evincere quale condotta abbia tenuto. Con chi si è incontrato”. Lo ha detto – come riporta l’Adnkronos – l’avvocato Federica Folli, legale del medico Antonino Cinà, imputato nel processo sulla trattativa Stato-mafia, nell’arringa difensiva. Cinà è accusato di minaccia a corpo politico dello Stato. Secondo i pentiti “Antonino Cinà, il medico di Totò Riina, fu usato come uomo di collegamento con ambienti delle istituzioni”, come ha spiegato in una udienza il collaboratore Carmelo D’Amico. “Me lo disse Nino Rotolo”, aveva detto in aula D’Amico.  Le ultime rivelazioni di D’Amico troverebbero riscontro nello stesso impianto accusatorio del pool palermitano che conduce il processo trattativa. Dove il “postino” Antonino Cinà è accusato di essere tra “gli autori immediati del delitto principale, insieme ai boss Brusca e Bagarella, in quanto hanno commesso, in tempi diversi, la condotta tipica di minaccia ad un Corpo Politico dello Stato”, mentre gli ex ufficiali Subranni, Mori, De Donno e gli ex politici Mannino e Dell’Utri sono accusati di essere i “consapevoli mediatori” fra i mafiosi e la parte sottoposta a ricatto.