Mafia, il pentito Quaranta: “A Montallegro comandavano i Marrella, a Cattolica Eraclea c’era una famiglia ma non ho idea”
Sarà stata una questione di famiglia ma Francesco Fragapane aveva un chiodo fisso: arrivare ai vertici di Cosa nostra. Come racconta il Giornale di Sicilia oggi in edicola, il neo collaboratore di giustizia Quaranta spiega: «Per farlo doveva parlare con Pietro Campo che rappresentava la linea falsoniana in provincia. Lo andai a trovare, mi ci accompagnò tale Giuseppe Frenda. Era il proprietario di un negozio di materiale edile nei pressi di Joppolo». Quaranta aggiunge: «Dissi a Frenda se mi ci poteva accompagnare perché volevo comprare delle pecore da Campo. Quando arrivai fui praticamente travolto, c’erano centinaia di pecore. Non dovevo dirgli apertamente quali fossero le sue richieste. Dissi a Campo che Francesco voleva incontrarlo». Il vecchio boss si mostra piuttosto restio alle richieste del giovane. La risposta è piuttosto «fredda»: «Se non posso venire mando qualcuno». Quaranta aggiunge: «Fragapane capii che non voleva incontrarlo».
Intanto Quaranta, che in quel periodo era il suo braccio destro, si muove e inizia a fare un giro fra gli altri uomini più influenti dei clan per trovargli sostegno. Il reggente della famiglia mafiosa di Favara si rivolge al potente mafioso Carmelo Infantino. «A Giardina Gallotti e in altri centri aveva una grande influenza, anche Nino Iacono contava. Era gente che poteva avere un peso nel sostenere la candidatura di Fragapane. Chiesi a Carmelo Infantino di appoggiare Francesco se era possibile. Gli dissi che aveva fatto tanto per Cosa Nostra e poi era pur sempre un Fragapane». Dopo le premesse, le domande del pm si spostano su altri temi del processo e sugli imputati. «A Montallegro – racconta il collaboratore di giustizia – comandavano i Marrella, me lo disse Carmelo Infantino». Qualche imbarazzo quando l’avvocato Antonino Gaziano prova a chiedergli, visto che sono una mezza dozzina i Marrella coinvolti nelle vicende di mafia, di essere più preciso. «Avvocà.. farei un salto nel vuoto». Risposta uguale alla domanda, finalizzata ad accertare la sua attendibilità e le conoscenze complessive, sulla composizione della famiglia di Cattolica Eraclea. «So che c’era una famiglia ma non ho idea di chi ne facesse parte». In precedenza, invece, aveva parlato del vecchio boss di Cianciana Ciro Tornatore, morto nei mesi scorsi, uno dei principali imputati del processo «Icaro». «A Cianciana comandava u zì Ciro Tornatore. L’ho incontrato personalmente insieme a Giuseppe Spoto, detto “Peppe nasca”, boss di Bivona». Quaranta aggiunge: «Non conosco Pasquale Schembri. Giuseppe Lo Pilato, invece, lo conoscevo bene e aveva un ruolo in Cosa Nostra. È il genero di Nino Iacono ed era amico intimo di Carmelo Infantino. Lavorava in un’impresa di un certo D’Anna. Da sei mesi non gli pagava lo stipendio e mi chiese se potevo intervenire io e chiedere di dargli un anticipo perché non poteva pagare le bollette». Secondo la versione di Quaranta non si trattò di una mediazione mafiosa: «Me lo chiese perché D’Anna era di Favara»