Agrigento, minacce al procuratore capo Patronaggio: la busta con i proiettili è partita dalla Toscana
Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato ieri dal prefetto di Agrigento Dario Caputo, è durato circa tre ore. Come riporta il Giornale di Sicilia oggi in edicola, si è discusso delle gravi minacce di morte, accompagnate da un grosso proiettile da guerra, al procuratore capo Luigi Patronaggio. Minacce che, per i termini utilizzati nella lettera: «Zecca sei nel mirino», sembrerebbero essere state fatte da neofascisti. «Zecca» è, del resto, usato da loro per chiamare i comunisti. È fitto – anzi categorico – il riserbo su quanto, nel dettaglio, è stato deciso nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Al procuratore capo di Agrigento, già quotidianamente accompagnato da tutela, verrà però garantita la massima attenzione. Non è escluso – ma c’è riserbo appunto – che possano esserci altri provvedimenti di tutela in corso di valutazione.
I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Agrigento, ieri mattina, sono stati, intanto, alla Procura di Caltanissetta che ha aperto un’inchiesta sulle minacce al procuratore capo Luigi Patronaggio. Sembra scontato – anche se nessuno conferma – che sia stata consegnata una prima relazione. La lettera di minacce, che è giunta al quinto piano di via Mazzini – sede della Procura della Repubblica -, è partita dalla Toscana. L’ipotesi – ma spetterà alle indagini confermare o smentire – è che provenga da ambienti di estrema destra. Attorno al procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ieri, si sono stretti tutti: politici, amministratori, rappresentanze sindacali, magistrati e avvocati.