Paolo Borrometi: ”Fuori la mafia dallo Stato, 7 deputati non possono cambiare corso della storia e della giustizia”
“Fuori la mafia dallo Stato! A chi pensa che sette deputati, alcuni dei quali pregiudicati, possano cambiare il corso della storia e della Giustizia, rispondo con la frase che stasera abbiamo urlato a Malta:’fuori la mafia dallo Stato’. Mi hanno detto di tutto e di più negli ultimi mesi, e lo hanno fatto in ogni modo. Adesso persino un esposto in commissione Antimafia da parte di chi vorrebbe coprire le proprie condanne (vedasi tale Giuseppe Gennuso, condannato e arrestato negli ultimi due anni ben due volte). Io vado avanti a testa alta e con il sorriso di chi fa semplicemente il proprio dovere: sognavo di fare il giornalista e di contribuire alla ricerca della verità. Insieme a voi”.
Lo ha scritto su Facebook il giornalista Paolo Borrometi commentando la lettera, depositata tra le carte della commissione antimafia all’Assemblea regionale siciliana, firmata dai deputati Pippo Gennuso, Luigi Genovese, Gaetano Galvagno, Riccardo Gallo, Tony Rizzotto, Riccardo Savona, Michele Mancuso chiede formalmente di indagare sulle vicende che hanno portato all’assegnazione della scorta al giornalista Paolo Borrometi.
“La lettera alla Commissione antimafia di sette deputati dell’Ars, che chiedono l’approfondimento di episodi che hanno portato all’assegnazione della scorta a Paolo Borrometi, ha dell’incredibile. Sia per la storia di Borrometi e il suo impegno sul fronte della legalita’ che per la discutibilita’ della fonte”, dicono il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino e il segretario nazionale Cgil, Giuseppe Massafra. I due esponenti della Cgil aggiungono: “Si tratta di tentativi, gravi, di screditare chi concretamente si e’ battuto contro la mafia e il malaffare in questa regione. Tentativi esperiti utilizzando ridicoli pretesti”.
“Ci auguriamo – concludono -che sulla vicenda ci sia una presa di posizione netta dei presidenti della Regione e dell’Ars”. L’antimafia ha protocollato la lettera ricevuta e ha deciso di inoltrarla alle tre Procure di Siracusa, Ragusa e Catania, chiedendo appunto di “verificare se ci siano procedimenti o incartamenti legati alla situazione del giornalista. Sulla base delle risposte delle Procure, la commissione valutera’ se esistono i margini per un eventuale approfondimento”