Credito: cala in Sicilia la richiesta di mutui delle imprese
Cala in Sicilia la propensione delle imprese a richiedere credito per sostenere gli investimenti. Nell’ultimo trimestre dell’anno scorso il Barometro Crif segnala una flessione del 6,2% rispetto all’anno precedente. Tutte le provincie mostrano un andamento negativo, con i cali piu’ significativi a Ragusa e a Agrigento, rispettivamente pari a -11,9% e -11,4%, seguite da Siracusa, con -10,5%. La contrazione meno accentuata, invece, si rileva a Caltanissetta (-0,1%), che precede Catania (-1,8%), Messina (-3,8%) e Trapani (-5,5%). A Palermo il calo si e’ assestato a -7,4%. Per quanto riguarda l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese, con 50.959 Euro la Sicilia si colloca al di sotto della media nazionale (65.790 Euro), registrando pero’ un aumento del +3,9% rispetto al 2018. A livello provinciale il valore piu’ elevato si rileva a Agrigento, che con 57.565 Euro mediamente richiesti guadagna ben 49 posizioni nel ranking nazionale passando dalla 94^ alla 45^ posizione. Seguono Catania con 56.181 Euro (al 52 posto della classifica contro il 62 del 2018), e Caltanissetta, con 53.689 Euro. A Palermo l’importo medio si e’ assestato a 49.868 Euro. “Anche l’ultimo trimestre del 2019 ha confermato il rallentamento delle richieste di credito presentate dalle imprese, che ha caratterizzato l’intero anno appena concluso malgrado i tassi di interesse applicati continuino a mantenersi sui livelli molto bassi – spiega Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Senza dubbio il mercato del credito alle imprese sta vivendo una fase di forte cambiamento, accelerato anche dall’avvento da un lato di nuove normative e dall’altro di tecnologie innovative. In questo contesto, per le aziende di credito si presenta l’opportunita’ di adottare soluzioni di open banking per sviluppare nuovi prodotti e occasioni di relazione con la clientela business. Il tutto con logiche che vanno oltre la valutazione del merito creditizio e consentono di accompagnare l’impresa in tutte le fasi del rapporto: dall’aumento di fido alla proposta di servizi non bancari e a valore aggiunto”.(ANSA)