9 Ottobre 2024
CronacaPalermo e Provincia

Beni confiscati, Libera: a 24 anni da legge fare passi avanti

Piu’ della meta’ delle realta’ sociali e’ costituito da associazioni di diversa tipologia (461) mentre le cooperative sociali sono 238 (dato comprensivo delle cooperative sociali di lavoro e dei consorzi di cooperative). Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 11 associazioni sportive dilettantistiche, 28 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie, enti parco e consorzi di Comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario), 33 associazioni temporanee di scopo, 57 realta’ del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas), 21 fondazioni, 16 gruppi dello scoutismo ed infine 10 istituti scolastici di diversi ordini e gradi. Nel censimento realizzato da Libera non sono compresi i Beni immobili riutilizzati per finalita’ istituzionali dalle Amministrazioni statali e locali. La regione con il maggior numero di realta’ sociali che gestiscono Beni confiscati alle mafie e’ la Sicilia con 204 soggetti gestori, segue la Calabria con 162, la Lombardia con 158, Campania 143. Complessivamente secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata (al 05 marzo 2020) sono 16.446 i Beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia e sono invece in totale 17.376 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati.

“Numeri che dimostrano – osserva Libera – come questo strumento cosi’ importante nel contrasto culturale e sociale alle mafie ed alla corruzione, abbia generato un moltiplicatore di iniziative per la promozione educativa, la creazione di forme di economia solidale e di lavoro degno e per l’accoglienza delle persone piu’ fragili ed emarginate”. Con questo obiettivo, Libera chiede che la strategia nazionale per la valorizzazione pubblica e sociale dei Beni confiscati attraverso le politiche di coesione sia resa operativa a tutti gli effetti. “Le ricchezze e i patrimoni accumulati illecitamente – commenta Davide Pati, ufficio presidenza di Libera sono stati trasformati in Beni comuni, opportunita’ di lavoro, luoghi di accoglienza e cultura: un percorso inimmaginabile anni fa , prima della petizione popolare che porto’ alla raccolta di piu’ di un milione di firme a sostegno dell’approvazione della legge 109/96. Una legge diventata un riferimento in Europa e a livello internazionale. Ma accanto ai positivi risultati raggiunti, tante sono le criticita’ esistenti e i nodi da superare. Per questo, oggi piu’ che mai, e’ necessario articolare nuove proposte partendo dalle buone pratiche amministrative e sociali, mettendole in rete sui territori e confrontandosi sulle azioni e soluzioni da costruire insieme”.

A ventiquattro anni dall’approvazione della legge per il riutilizzo sociale dei Beni confiscati, Libera e tutta la sua rete associativa, chiede alle Istituzioni di “fare dei passi in avanti”, individuando 10 punti per riflettere e intervenire: in primis, la confisca e riutilizzo sociale dei Beni tolti ai corrotti, poi un’Agenzia nazionale con personale, risorse e strumenti adeguati, procedure piu’ veloci dal sequestro alla confisca, favorendo le assegnazioni anticipate dei Beni, vendita dei Beni immobili solo in casi residuali, dando priorita’ alla destinazione per finalita’ pubbliche e sociali, informazioni accessibili per tutti e trasparenza nelle assegnazioni dei Beni, coordinamento tra tribunali, Agenzia nazionale, prefetture e le amministrazioni statali e regionali”. E ancora, nel ‘decalogo’, l’associazione da sempre impegnata nella lotta alle mafie, inserisce l’accompagnamento ai Comuni e supporto alla progettazione delle organizzazioni sociali, con attivazione di percorsi di monitoraggio civico e partecipazione dei cittadini, la destinazione sociale delle aziende confiscate e tutela dei loro lavoratori, il pieno utilizzo delle risorse e delle liquidita’ sequestrate e confiscate e maggiori risorse per le politiche sociali, la promozione cooperativa e l’economia sostenibile. Per tracciare un bilancio della legge n. 109/96, con la quale il 7 marzo di 24 anni fa la restituzione alla collettivita’ delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali e’ diventata un’opportunita’ di impegno responsabile per il bene comune, Libera ha censito finora 865 soggetti diversi impegnati nella gestione di Beni immobili confiscati alla criminalita’ organizzata, ottenuti in concessione dagli enti locali, in ben 17 regioni su 20. (AGI)

Nella foto una casa confiscata a Cattolica Eraclea (Agrigento)