Femminicidio di Lorena Quaranta, il commovente ricordo dei colleghi: ”Era difficile non amarti perché eri sorgente di vita”
“Siamo vicini in questo momento così difficile al dolore della comunità di Messina per la perdita della collega Lorena”. Lo scrive il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) che ha pubblicato su Facebook il toccante ricordo di un’amica e collega di Lorena Quaranta, la ventisettenne di Favara (Agrigento) che si sarebbe laureata nei prossimi mesi in medicina all’Università di Messina, per il cui omicidio è stato fermato il fidanzato, Antonio De Pace, calabrese di Vibo Valentia, suo collega di università.
“Oggi ci ha lasciati Lorena, collega e amica che condivideva con noi i sogni e i sacrifici di chi si prepara a diventare un medico, perché il valore più alto che conosce è la Vita. Appassionata di Ginecologia, si sarebbe laureata quest’anno con una tesi in Pediatria e l’amore che stava dedicando in questi mesi ai bambini del reparto era lo stesso che dedicava al prossimo, sempre col sorriso e la gioia negli occhi. La sua vita è stata portata via con un gesto terribile, infame e codardo che ha stroncato il percorso che si apprestava a concludere e che tanto avrebbe dato alla nostra società, in termini professionali e umani. La fragilità di questo momento ci lascia inermi e disarmati. Il dolore è vivo, riesco a percepirlo. Vorrei attenuarlo. Ci riesco soltanto pensando al tuo sorriso. Lorena, parlare di te al passato mi spaventa e non ti rende giustizia; tu sei. Sei dentro di me, dentro la tua famiglia, dentro i tuoi colleghi e dentro tutte le persone che ti hanno amata.
E parliamoci chiaro, era così difficile non amarti perché eri sorgente di vita. Il tuo cuore era così grande da poter contenere dentro tutto l’universo; non c’era mai qualcuno per cui non facessi posto, anche a costo di star scomoda tu. Avevi dei valori che ti rendevano così pura da sembrare quasi irreale. E degli obiettivi che ti avrebbero sicuramente portata lì dove tu volevi. Il mondo tra soli 7 mesi avrebbe avuto una dottoressa in Medicina e Chirurgia che questa laurea se la stava guadagnando un passo alla volta, con mille sacrifici, mille rinunce, mille notti insonni ma tantissime soddisfazioni. Avrebbe avuto una donna fiera, forte e caparbia che avrebbe lottato fino all’ultimo centimetro pur di aiutare il prossimo. E questo lo so perché tu eri già così, altruista e splendida.
Il mondo non sarebbe mai stato sazio di te, perché come si fa ad essere sazi della tua luce? Io riesco a sentirla, e so che mi scalderà ogni volta che ne avrò bisogno, perché l’amore, il vero amore, è un ponte che unisce al di là del tempo e dello spazio, è un legame che non si spezza neanche con la immensa distanza che ora ci separa, ed è un legame che soprattutto non ti spezza. L’amore è ciò che ci rende persone migliori, uno scudo che ci protegge ed è la forza che muove il mondo. E allora, mia grande amica, sorella, e collega, non smetterò mai di volerti bene e di parlare di te a chiunque, per far sì che anche chi non ha avuto la fortuna di conoscerti in questa vita, ti andrà a cercare nella prossima. E se un giorno il sole si oscurasse, saprei che ci saresti dietro tu Lorena, perché brillavi più di lui. Firmato da Vittoria, sua amica e collega”.