Convivenza forzata per il Coronavirus, aumentano i casi di violenza sulle donne nell’Agrigentino

Con le convivenze forzate dovute alle misure restrittive per il contenimento del Coronavirus aumentano i casi di violenza domestica anche nell’Agrigentino. In un mese sono più di una cinquantina le telefonate arrivate al centro antiviolenza e antistalking Telefono Aiuto di Agrigento che ha attivato il nuovo numero telefonico e garantisce assistenza anche via chat.
“Siamo chiusi perché non possiamo fare i colloqui presso la nostra sede ma questo non ferma la nostra attività, ci siamo sempre e comunque, è attivo il cellulare 351/2712588 per qualsiasi richiesta di informazioni e consulenza”, dice la responsabile di Telefono Aiuto Antonella Gallo Carrabba.  “La convivenza forzata – spiega al Giornale di Sicilia – ha maggiormente acuito alcune situazioni, perché se già il rapporto non andava bene prima figuriamoci adesso che c’è la convivenza 24 ore su 24. In un mese abbiamo ricevuto almeno una chiamata al giorno di nuove utenti alle quali si aggiungono quelle che già seguiamo. Diverse donne ci contattano anche via chat su Instagram o Facebook, abbiamo notato che questo avviene soprattutto di sera tardi, forse quando il compagno si addormenta. I casi che ci hanno segnalato in questi giorni sono soprattutto di violenza psicologica del marito sulla moglie. Ci sono stati anche casi di violenza fisica, ma la maggior parte delle volte quella che è emerge è la violenza di tipo psicologico che in questo periodo si acuisce di più.
Mentre prima c’era la scusa del lavoro o di altro, quindi un periodo di tempo durante la giornata in cui si stava lontani, ora c’è più tempo per quelle discussioni che hanno il tempo di maturare e degenerare. Adesso da parte delle donne – aggiunge Antonella Gallo Carrabba – c’è più consapevolezza, sono sempre di più quelle che chiamano al Telefono Aiuto, nel 2019 abbiamo ricevuto almeno cinquecento chiamate. Alla violenza sulle donne, in molti casi, si aggiunge la violenza assistita, quella le cui vittime sono i figli minori. Noi cerchiamo di fare il possibile per garantire sostegno psicologico e consulenza legale. Non finirò mai di ripeterlo alle donne: non perdonate che vi dà uno schiaffo, un pugno, non merita il vostro amore. Affidatevi ai centri antiviolenza, alle forze dell’ordine, ai servizi sociali, ai consultori. Chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza, non è la vostra sconfitta, è la dimostrazione che siete più forti e con tutti noi diventerete ancora più forti”.