Turismo, ecco quanto costerà la mancanza di turisti stranieri

Un’estate senza turisti stranieri. A farne le spese non saranno tanto le spiagge dell’assolato Mezzogiorno, ma la Lombardia e il Veneto. Non perche’ queste regioni siano state le piu’ colpite dalla pandemia, ma perche’ sono quelle che richiamano piu’ viaggiatori stranieri. Inoltre, proprio questi territori registrano saldi negativi, dal momento che i propri abitanti sono quelli piu’ propensi a passare le vacanze altrove.

PIL TURISTICO: AL PRIMO POSTO IL VENETO Secondo una ricerca di Unioncamere (2018) al primo posto per Pil turistico svetta il Veneto (23,1 miliardi), seguito da Lombardia (22,3 miliardi) e Toscana (18,4 miliardi). Queste regioni, insieme al Lazio (al quarto posto, con 17,9 miliardi) valgono quasi la meta’ dei 183 miliardi di ricchezza generata dal turismo a livello nazionale. In termini di valore per abitante, svettano i trentini (cui i turisti portano in dote 13.100 euro di ricchezza a testa), seguiti dai valdostani (10.700 euro) e, a grande distanza, dai liguri (5 mila euro). Fanalino di coda molisani e piemontesi con meno di 1.700 euro di ricchezza a testa legata al business turistico. Tra i comuni, in testa Bolzano, (con 16.312 euro per abitante di valore aggiunto turistico), seguita da Rimini (13.714) e Venezia (12.308).

VIAGGIATORI STRANIERI: 63% AL NORD Secondo i dati della Banca d’Italia, nel terzo trimestre 2019, quindi da luglio a settembre, vi sono stati in Italia 43,2 milioni di viaggiatori stranieri (a destinazione); di questi, 27,3 nel Nord, 9,1 milioni nel Centro e 5,9 milioni al Sud. Prima regione per numero di turisti e’ stata, l’estate scorsa, la Lombardia, con 6,8 milioni di viaggiatori; seguono Veneto con 5,4 milioni, Friuli Venezia Giulia con 5 milioni, Lazio con 4,9 milioni, Toscana e Liguria con 3,6 milioni. A distanza Emilia Romagna con 2,1 milioni e Piemonte con 2 milioni. Numeri decisamente inferiori nelle regioni del Sud e nelle isole: ai primi posti Sicilia e Campania con 1,8 milioni.

PRESENZE TURISTICHE: BENE VENETO E TOSCANA Secondo l’Istat, per quanto riguarda le presenze turistiche complessive (dati 2018), il Veneto detiene la quota maggiore nell’ultimo anno (16,4% sul totale Italia), seguono Toscana (11%), Emilia-Romagna (9,3%), Lombardia (9,2%) e Lazio (9). Nel Mezzogiorno nessuna regione raggiunge una quota pari al 5%, con l’eccezione della Campania (5%). La Puglia, che pure ha segnato un incremento, si ferma al 3,52%.

SPESA DEI TURISTI: IL SUD E’ LA CENERENTOLA La spesa dei viaggiatori stranieri e’ stata nel terzo trimestre di circa 16,8 miliardi; in vetta questa volta si trovano il Veneto e il Lazio, con 2,4 miliardi, seguiti da Lombardia (2,2 miliardi) e Toscana (1,7 miliardi). Sopra il miliardo Campania e Liguria. Nel Sud, la Sicilia si ferma a 871 milioni e la Puglia a 344 milioni.  Sebbene il Mezzogiorno rappresenti il 78 per cento delle coste italiane, ospiti i tre quarti del territorio appartenente a Parchi nazionali e accolga piu’ della meta’ dei siti archeologici e quasi un quarto dei musei, anche nel 2018, la spesa complessiva dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a 41,7 miliardi euro, e’ stata allocata principalmente al Nord: 22,3 miliardi contro i 12,3 del Centro e i 6,2 del Sud. Grazie al mare, il Mezzogiorno raccoglie il 25% della spesa dei turisti italiani ma resta ancora bassa la capacita attrattiva nel turismo culturale: le citta d’arte raccolgono solo il 10 per cento della spesa domestica.

SALDO TURISTICO: ROSSO PER LA LOMBARDIA, OK SARDEGNA Il Cnr ha esaminato il confronto tra spesa turistica effettuata dai propri abitanti fuori regione (in Italia o all’estero) e spesa effettuata nella regione dai non residenti (italiani e stranieri). Dallo studio emerge che il saldo e’ tradizionalmente negativo per Piemonte, Lombardia, Molise, Umbria, Campania e Marche. Per Piemonte e Lombardia il saldo negativo (rispettivamente -2,587 miliardi e -8,720 miliardi nel 2018) puo’ essere imputato sia ad una piu’ elevata propensione alla spesa turistica fuori regione dei residenti, sia alle caratteristiche del sistema di offerta turistica locale, che possono favorire la scelta di destinazioni fuori regione. Il saldo negativo della Lombardia e’ aumentato rispetto al biennio precedente, sia per una sensibile crescita della spesa fuori regione da parte dei lombardi, sia per una contrazione del’apporto economico da parte degli “altri italiani”. Saldo positivo invece nelle regioni del Mezzogiorno: Sardegna (+3.410 milioni), Sicilia (+1.279 milioni), Puglia +57 milioni.

L’OFFERTA RICETTIVA: OLTRE UN TERZO NEL NORD EST Stando agli ultimi dati disponibili, piu’ di un terzo dell’offerta ricettiva nazionale in termini di posti letto (poco piu’ di 5 milioni, distribuiti tra quasi 33 mila strutture alberghiere e piu’ di 170 mila strutture complementari (ad esempio campeggi, villaggi turistici, agriturismi, bed and breakfast, alloggi in affitto e case per ferie), si trova nel Nord Est, mentre le quote del Centro e del Mezzogiorno sono entrambe attorno al 25 per cento; il Nord Ovest registrato una percentuale del 15 per cento circa. La regione con piu’ strutture ricettive e’ il trentino Alto adige (5.549), seguita da Emilia Romagna (4.300) e Veneto (2.900). Distanti le regioni meridionali a vocazione turistica come Campania (1.670), Puglia (1023) e Sicilia (1.302). Dall’altro lato della graduatoria si trovano infine Molise (103) e Basilicata (232). I dati di Movimprese (Unioncamere) relativi al primo trimestre 2020 mostrano che il numero maggiore di imprese registrate nelle attivita’ del turismo (in totale 473.847) e’ in Lombardia (67.903), seguita dal Lazio (54.540) e dalla Campania (44.450). Veneto ed Emilia Romagna superano le 36 mila.

PREVISIONI NERE, LA SPERANZA E’ IL TURISMO DOMESTICO Le previsioni per quest’anno sono tragiche. Ad aprile l’Istat, ha stimato che senza il Coronavirus si sarebbero registrate nel trimestre marzo-maggio 81 milioni di presenze. La spesa “mancata” degli stranieri tra marzo e maggio ammonta a 10 miliardi. L’Enit calcola che nel 2020 i pernottamenti internazionali si ridurranno del 49%, pari a 31 milioni di visitatori, con pernottamenti internazionali inferiori di 108 milioni rispetto al 2019. In termini economici totali, i consumi degli stranieri potrebbero determinare una perdita di 21 miliardi. Alla luce della situazione che stiamo vivendo, appare assodato che il turismo trovera’ la propria a’ncora di salvezza nel breve, e forse anche nel medio periodo, nei flussi domestici. Secondo l’Enit, l’Italia che riparte ha un grande potenziale grazie alla crescita dei viaggi domestici da parte degli italiani che preferiranno la penisola ai viaggi all’estero. Il 40 per cento dei viaggiatori italiani che varcava d’estate le frontiere, quest’anno restera’ in patria per vacanze tricolore. Un potenziale maggiore nella sostituzione dei viaggi domestici ai viaggi outgoing rispetto alla Spagna (28% in uscita) e alla Francia (25%). Il Touring club ha valutato i potenziali effetti sul settore nel momento in cui gli italiani potranno nuovamente viaggiare e quali regioni possono “guidare” la ripresa turistica. Secondo i piu’ recenti dati Istat le prime cinque per residenti sono Lombardia (10 milioni di abitanti), Lazio (5,9 milioni), Campania (5,8 milioni), Sicilia (5) e Veneto (4,9): da sole rappresentano infatti ben il 52% della popolazione, circa 60 milioni di persone.

La propensione al turismo genera, invece, una fotografia differente (rispetto al solo numero di abitanti) di chi in realta’ traini il comparto: le prime cinque sono infatti Lombardia (46,7 milioni di presenze), Lazio (21,5 milioni), Veneto (20,4), Emilia-Romagna (19) e Campania (17,2) che “producono” da sole quasi il 60% delle presenze domestiche totali. Se si considerano parallelamente i dati della spesa turistica degli italiani in Italia – stimati dal centro studi Touring in circa 65 miliardi di euro – i lombardi contribuirebbero per circa 14 miliardi, i laziali e i veneti circa 6,5 miliardi ciascuno, gli emiliani-romagnoli quasi 6 e i campani poco piu’ di 5 miliardi di euro. Delle prime cinque regioni, quattro hanno come prima destinazione di viaggio lo stesso ambito regionale di residenza (fa eccezione la Lombardia che e’ secondo mercato per i lombardi). In particolare, e’ da notare che un terzo delle presenze prodotte dai veneti e dagli emiliano-romagnoli resta all’interno delle rispettive regioni. Cio’ si spiega con il fatto che sono molto estese ma anche perche’ quasi tutte dispongono di un affaccio sul mare, elemento trainante del turismo domestico. Non e’ un caso quindi che sia proprio la Lombardia a fare eccezione e ad avere come primo mercato l’Emilia-Romagna. Il settore turismo non deve comunque abbandonare ogni speranza: l’Enit confida in un recupero a luglio degli arrivi dai Paesi vicini (che rappresentano il 56% del turismo internazionale in Italia) mentre il resto del mondo si riprendera’ piu’ lentamente. Una ripresa attesa anche in virtu’ di una tendenziale stabilita’ dei prezzi praticati dal sistema ricettivo italiano che nel mese di giugno registra un valore mediano nella vendita online di 97 euro per camera.(AGI)