Riciclaggio di auto in ambienti vicini alla mafia nell’Agrigentino: tutti assolti, intercettazioni non si possono utilizzare
Assolti tutti gli imputati: i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, dopo avere acquisito i documenti del processo “Icaro”, hanno emesso la sentenza che scagiona gli imputati, probabilmente alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha messo un freno all’uso delle intercettazioni “a strascico” da un procedimento all’altro.
Il processo – come racconta il Giornale di Sicilia – era quello che ipotizza, a carico di sette imputati, un ruolo in un giro di riciclaggio di auto. La vicenda prende le pieghe dall’inchiesta antimafia Icaro dove il cinquantatreenne Antonino Grimaldi, di Cattolica Eraclea, è stato condannato a 13 anni di reclusione per associazione mafiosa. La polizia indagava su nuovi e vecchi boss della provincia e intercettandolo ha scoperto il presunto giro: trattandosi di reati che nulla c’entrano con la mafia, il processo è stato incardinato dalla procura di Agrigento.
I difensori (fra gli altri, gli avvocati Antonino Gaziano, Salvatore Salvago, Vincenzo Salvago, Pietro Piro, Salvatore Mortillaro e Francesco Carrubba) hanno da subito sollevato la questione dell’inutilizzabilità delle intercettazioni per ragioni formali, legate – in particolare – alla circostanza che erano state disposte nell’ambito di altri procedimenti. Richieste che sono state sempre rigettate.
Nei primi giorni dell’anno, però, le sezioni unite della Cassazione hanno messo dei punti fermi che, adesso, è necessario rispettare in tutti i processi. Per questo il collegio, composto anche dai giudici a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, dopo avere sentito le ultime arringhe, anziché emettere il verdetto, avevano letto un’ordinanza con la quale stabilivano l’acquisizione di alcuni atti giudiziari del processo Icaro e, in particolare, del decreto che dispone il giudizio. Adessi la sentenza che assolve tutti.