Sicilia, Ars approva il Def regionale: 2020 chiude a -8% Pil

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato con ampia maggioranza il Documento di economia e finanza regionale 2021-2023 e la nota di aggiornamento. I documenti fotografano la situazione socioeconomica dell’Isola alla luce degli effetti della pandemia ed intervengono sul piano della ripresa e della resilienza e su questioni quali i costi dell’insularita’. La crisi economica ha colpito la Sicilia quando ancora non erano stati superati gli effetti di quella del 2010-12, rendendo, come si evince dal documento approvato, ancora piu’ pesante il mancato recupero di produttivita’ quando l’Italia e molte regioni, anche del sud, conseguivano significativi incrementi (2013-18). Il Covid-19 e gli effetti economici congiunturali hanno determinato un drammatico aggravamento della gia’ persistente precarieta’ sociale con effetti inibitori sul desiderio di avvenire di molte famiglie come delle imprese. Sulla base delle risultanze dei documenti approvati dal Parlamento nazionale le stime di quelli regionali, si prevede un decremento del Prodotto interno lordo per il 2020 che si attesta a -8 , mentre per il 2021 e’ calcolata una crescita del 7,6, del 4,7 per il 2022 e del 3,3 per il 2023. Una crescita molto consistente per il prossimo triennio che tiene conto nelle previsioni delle misure strutturali e straordinarie regionali di sostegno all’economia, ed in parte, investimenti previsti dal Recovery Plan.

I documenti finanziari del governo Musumeci sottolineano che per invertire decisamente la tendenza sono necessari “sostegni finanziari efficienti e tempestivi”. In questo senso il riconoscimento di un rilievo particolare al Sud ed alla Sicilia nel Recovery plan da parte del governo centrale e’ essenziale per avviare definitivamente a conclusione il divario Nord-Sud divenuto ormai insostenibile. “L’economia della Sicilia – ha detto il vicepresidente ed assessore all’Economia della Regione, Gaetano Armao – e’ oggi appesantita dalla grave crisi economica determinata dalle misure di contrasto alla diffusione del Covid19. Una crisi il cui esito deve poter essere una nuova opportunita’ di lavoro, di impresa, di innovazione per i siciliani. Questo obiettivo si puo’ raggiungere, ma soltanto con uno sforzo straordinario e corale, ripensando il futuro della Regione dopo la crisi. L’esecutivo punta sulle risorse convogliate dalla Legge di stabilita’ per il 2020, che in quanto extraregionali necessitano del tempestivo riscontro statale, e dal pieno impiego delle risorse europee. Anche “se non va posta in secondo piano la questione delle necessarie misure di riequilibrio e perequazione a tutela del Sud e della Sicilia delle quali i documenti sottolineano carenze ed i ritardi. E cio’ a partire dalla condizione di insularita’ che, come viene puntualizzato, costa ai siciliani 6,5 miliardi di euro l’anno”. (AGI)