Giornalisti minacciati: 27 episodi in Sicilia nel 2020 (+237%)
“L’errore piu’ grave sarebbe la sottovalutazione e la banalizzazione delle minacce, che vanno contrastate sul nascere per scongiurare un’escalation di violenza”. Il vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi ha chiuso cosi’ la riunione del Centro di coordinamento delle attivita’ di monitoraggio analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti dedicata alla Sicilia, seconda regione dopo il Lazio per numero di casi registrati. Secondo i dati del Viminale, l’anno scorso si sono verificati in Sicilia 27 casi di intimidazioni ai cronisti: 13 nella provincia di Ragusa, 7 a Palermo, 5 a Catania, 1 a Siracusa e 1 a Trapani. L’aumento di episodi rispetto al 2019 e’ stato del 237%. “La ministra Lamorgese – ha ricordato il prefetto Rizzi – ha richiamato piu’ volte l’attenzione sull’importanza della formazione delle forze di polizia perche’ intercettino sul nascere i pericoli e venga sempre salvaguardato un bene costituzionalmente garantito come la liberta’ di stampa. Lo Stato c’e'”. All’incontro online hanno partecipato, insieme con tutti i prefetti siciliani, il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Giuseppe Giulietti; il segretario dell’Associazione siciliana della stampa Roberto Ginex con alcuni segretari provinciali; il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Giulio Francese; il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, anche in rappresentanza dell’Anci Sicilia; i rappresentanti delle forze dell’ordine; alcuni giornalisti vittime di minacce e aggressioni per via del loro lavoro.
Nel corso dell’incontro il segretario regionale Roberto Ginex ha presentato i casi piu’ significativi, fra cui quelli di Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi; Salvo Palazzolo de la Repubblica; Angela Caponnetto di RaiNews24; Raffaella Cosentino della Tgr Rai; Valentino Sucato, collaboratore del Giornale di Sicilia; Antonio Condorelli e Francesco Scollo di LiveSicilia.it. “Si tratta spesso – ha evidenziato Ginex – di colleghi finiti nel mirino per i loro articoli sulla mafia, e alcuni di essi sono semplici collaboratori o freelance senza garanzie ne’ tutele e spesso vengono anche retribuiti con pochi euro. Eppure, per l’amore della professione non esitano a mettere anche a repentaglio la loro incolumita’ pur di onorare il loro impegno ed informare i cittadini sulla realta’ dei fatti. Faccio un appello alle istituzioni e alle forze dell’ordine perche’ questi colleghi possano essere tutelati nei territorio in cui operano. Il sindacato – ha concluso – in tutte le sue articolazioni e’ pronto a collaborare su tutti i fronti”. Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha anticipato che il sindacato portera’ all’attenzione della Federazione internazionale dei giornalisti l’esempio dell’Osservatorio realizzato con il Viminale e chiesto di predisporre un percorso operativo che possa rendere il piu’ efficace possibile l’azione di denuncia dei casi di minacce. “Per arrivare sempre un giorno prima, mai un giorno dopo”, ha concluso. Fnsi e Assostampa siciliana consegneranno un dossier sui casi siciliani al Centro di coordinamento delle attivita’ di monitoraggio analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti. (AGI)