Truffe su reddito cittadinanza da Agrigento a Milano, ordinanza: ”Canale parallelo in diversi Caf”
Le indagini della procura di Milano sulla maxi truffa per ottenere il Reddito di cittadinanza pur non avendone i requisiti ha consentito di accertare come “l’illecito business ha interessato e sta interessando, nel contempo, anche il percepimento del cosiddetto Reddito di emergenza”. E’ uno dei passaggi contenuti nell’ordinanza del gip di Milano Teresa De Pascale che ha portato all’arresto di 16 persone per le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, associazione a delinquere ed estorsione. Un gruppo di romeni in tandem con alcuni italiani – in parte complici, in parte vittime di estorsione – sarebbe riusciti a creare un ‘canale parallelo’ all’interno di diversi Caf-Centri di assistenza fiscale per ottenere le richieste di sussidio pur in assenza dei criteri necessari a ottenere i soldi pubblici e senza presentare la documentazione necessaria.
In pratica, si sosteneva che migliaia di romeni vivessero da 10 anni in Italia pur non avendoci mai messo piede. In alcuni casi chi lavorava nei Caf era consapevole della truffa e taceva per il compenso di 10 euro riconosciuto dall’Inps per ogni pratica; in altri casi invece venivano minacciati. Gli arresti e le perquisizioni sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza nelle province di Cremona, Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento. A ingolosire il gruppo finito in manette anche il Reddito di emergenza. Tra le esigenze cautelari si sottolinea “il grave clima di vera e propria intimidazione che il sodalizio è in grado di ingenerare, con minacce perpetrate sia esplicitamente sia in forma allusiva”, ma anche il fatto che “gli indagati si stanno preparando per una nuova tornata del reddito di emergenza, nel mese di novembre, ciò denotando che le attività delittuose non sono mai state cessate e sono in corso di svolgimento”, si legge nell’ordinanza. (Adnkronos)