1 Dicembre 2023
CronacaPalermo e Provincia

Mafia, procuratore de Lucia: su Messina Denaro basta dietrologie

Non cerca la polemica, ma non risparmia critiche a dietrologi e a chi fa lezioni di antimafia non occupandosi più di indagini sui clan ormai da anni. Non rilascia dichiarazioni ai media, ma stigmatizza tv e giornali che, nel raccontare la storia dell’ultimo stragista mafioso, “hanno scelto di guardare dal buco della serratura parlando di amanti e pillole”. Dal palco dell’auditorium dell’istituto Gonzaga, la scuola della Palermo bene, il procuratore del capoluogo siciliano Maurizio de Lucia si toglie qualche sassolino dalla scarpa. E rispondendo alle domande degli studenti che l’hanno invitato a parlare dell’arresto del capomafia Matteo Messina Denaro, finito in manette il 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza, sgombera il campo da dietrologie e dubbi su quello che definisce uno storico risultato dello Stato.

“C’è una grande differenza tra il mondo in cui succedono le cose e quello in cui si dice che potrebbero succedere. Io parlo del primo caso, so come è andata, conosco le indagini. Detto questo, io non parlo di un signore che è stato condannato anni fa per favoreggiamento e che circola in alcune tv”, ha detto al giovane che gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni di Salvatore Baiardo, l’ex favoreggiatore dei capimafia Graviano che in tv aveva annunciato, settimane prima, la cattura del padrino.

“Che il latitante fosse malato lo si diceva da tempo. Io so quando è stato catturato, le modalità e come è andata. Al momento opportuno visto che ci sono indagini in corso, si potrà dire di più”, ha aggiunto. E ancora, sull’arresto di Messina Denaro, riferendosi probabilmente anche a colleghi magistrati: “C’è gente che non fa indagini da dieci anni e viene a dirci come si fanno – ha detto – Questo è un paese strano: un minuto dopo l’arresto già c’erano i murmurrii (le voci, ndr). Non c’è stato neanche il tempo di festeggiare quello che è un successo per lo Stato che già erano iniziate le dietrologie”. Nelle due ore di dibattito, de Lucia ha anche ribadito concetti che ripete da tempo come l’insostituibilità delle intercettazioni e del carcere duro. E non ha risparmiato bordate a giornali e tv. “Parlare delle amanti del boss, delle pillole che prendeva, non è stato un buon servizio. – ha detto – Alcuni media hanno guardato dal buco della serratura abdicando al ruolo importante che hanno. Peraltro a me da cittadino sapere certi particolari non interessa proprio “. (ANSA)