Papa Francesco: le stragi in mare sono la vergogna della società
Dieci anni da Lampedusa, primo viaggio di papa Francesco. E in questo decennale il Pontefice ribadisce con ancora più forza e dolore che le stragi di migranti in mare sono “la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”. Dieci anni fa, nel suo viaggio sull’isola, Bergoglio aveva denunciato “la globalizzazione dell’indifferenza”. E oggi, in una lettera per il decimo anniversario al vescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano, “in questi giorni in cui stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo” e “siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti”, avverte che “la morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti”. “Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze”, quasi intima il Papa, secondo cui “bisogna cambiare atteggiamento; il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura”. E in tale contesto, “tutti siamo chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione”.
Occorre quindi lenire “con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo”, aggiunge Bergoglio, ringraziando la comunità locale “per l’impegno di assistenza a favore dei migranti” e affidando a Dio “i morti nelle traversate”. Intanto a Lampedusa continuano gli sbarchi: 230 i migranti approdati durante la notte, dopo che i sei barchini sui quali viaggiavano sono stati soccorsi in area Sar dalle motovedette della Guardia costiera. In 24 ore, ieri, sulla più grande delle isole Pelagie ci sono stati 17 approdi con un totale di 750 persone. Sui natanti soccorsi c’erano da 16 ad un massimo di 48 persone originarie di Siria, Sudan, Yemen, Gambia, Senegal, Ghana, Guinea e Burkina Faso. Tutti hanno riferito di essere salpati da El Amara, Sfax e Gabes, in Tunisia. All’alba, nell’hotspot di contrada Imbriacola c’erano 1.557 ospiti. E sono 800 quelli che oggi sono stati imbarcati sul traghetto di linea Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle. Altri 31 migranti originari di Guinea, Burkina Faso e Costa d’Avorio, partiti su un barchino da Sfax, sono stati poi soccorsi nella giornata in area Sar e sbarcati a Lampedusa, portati quindi all’hotspot. Una donna incinta, tra quelle a bordo della nave ong Geo Barents approdata ieri a Marina di Carrara, ha perso il bambino durante la navigazione in mare e per l’emorragia è stata ricoverata all’ospedale di Massa.
Secondo i dati del Viminale, i migranti sbarcati dall’inizio dell’anno sono 69.137 (contro i 30.862 dello stesso periodo dell’anno scorso e i 22.709 di due anni fa). E continuano le polemiche sul decreto flussi. “Dopo aver ingannato gli italiani con blocchi navali, le blindature di confini, la difesa della ‘purezza’ italica il governo Meloni adotta un decreto flussi per l’ingresso in tre anni di 500.000 migranti. Ma lo fa nel silenzio, lanciando il sasso e nascondendo la mano, per non smentire la propaganda populista con cui ha intossicato la convivenza civile”, scrive su Facebook Piero Fassino, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera. Intervenendo in Croazia al Dubrovnik Forum, il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea invece che per l’Italia è importante fermare l’afflusso di migranti irregolari attraverso le rotte del Mediterraneo e dei Balcani occidentali, ma per questo è cruciale un forte impegno congiunto per combattere i “trafficanti di esseri umani”. “Ogni giorno abbiamo problemi in Friuli-Venezia Giulia con i migranti irregolari”, spiega. “Dobbiamo agire insieme contro l’immigrazione illegale, dobbiamo fermare i trafficanti di persone ma questo non lo possono fare da sole l’Italia o la Croazia”. (ANSA)