
Tre zone rosse nei luoghi della movida a Palermo più frequentati soprattutto dai giovani e dove spesso avvengono risse ed episodi di violenza con l’uso di armi, nuove telecamere di videosorveglianza collocate in alcuni punti strategici della città grazie a un investimento di 2,7 milioni di euro, l’invio anticipato di 24 poliziotti con ulteriore incremento progressivo degli organici nell’arco di tre mesi, il raddoppio del numero di agenti della municipale in fase di reclutamento e l’autorizzazione informale a utilizzare, in affiancamento alla polizia locale, servizi di vigilanza privata per il presidio di aree urbane a rischio più contenuto, intensificazione dei blitz delle forze dell’ordine nei quartieri più “caldi”. Ecco il piano concordato al Viminale per dare una stretta sulla sicurezza a Palermo.
L’intervento del ministero, in raccordo con la Regione siciliana e l’amministrazione locale, è la risposta al clima di paura che si respira in città ormai da molto tempo e la reazione all’ennesimo episodio di violenza: l’omicidio di Paolo Taormina, il ragazzo di 21 anni ucciso domenica scorsa da Gaetano Maranzano, 28 anni del quartiere Zen, che ha confessato di avergli sparato. Per il gip che ne ha disposto oggi la custodia cautelare in carcere, quella di Maranzano è stata “un’azione così violenta, dimostrativa, di totale disprezzo per la vita umana” che “induce inevitabilmente a ritenere l’indagato incline a reiterare reati della stessa indole e con mezzi di violenza personale”. Nelle 48 ore successive al delitto migliaia di persone, sindacati e associazioni sono scesi in piazza per invocare più sicurezza e interventi immediati dello Stato, tra i manifestanti anche genitori e amici dei tre ragazzi assassinati nella strage di Monreale lo scorso aprile, anche in questo caso da un gruppo di giovani dello Zen, tre dei quali sono stati arrestati.
E proprio in questo quartiere di estrema periferia, dove è in corso una faida interna per il controllo dei traffici illeciti con una escalation di azioni criminali, stamattina un gruppo interforze di 300 poliziotti, carabinieri e finanzieri ha effettuato una maxi-operazione, con l’ausilio di elicotteri e unità cinofile antisabotaggio e antidroga. Sono stati perquisiti casermoni, cantine, box, anfratti e sequestrati droga e coltelli. Per il sindaco Roberto Lagalla “l’incontro di oggi al Viminale segna un passaggio fondamentale per il rafforzamento delle politiche di sicurezza. Palermo vive una fase di crescita ma ha bisogno di maggiore ordine e legalità”.
All’incontro col ministro Matteo Piantedosi e il capo della polizia Vittorio Pisani anche il governatore della Sicilia, Renato Schifani. Sarà il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, con proprio decreto a disporre le tre zone rosse dove ci saranno controlli rigidi: alla Vucciria, nell’area Maqueda-stazione e in quella del teatro Massimo dove è stato assassinato Paolo Taormina. I funerali del ragazzo saranno celebrati domani in Cattedrale, alle 10. A Palermo sarà lutto cittadino, i palazzi comunali esporranno le bandiere a mezz’asta. (ANSA)