L’Azienda Idrica Comuni Agrigentini ha inviato una lettera formale a Siciliacque chiedendo chiarimenti, documentazione e contestando gli importi fatturati per la produzione idrica proveniente dai dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani. La missiva, firmata dal direttore generale Francesco Fiorino, dalla presidente del cda Danila Nobile e dal presidente dell’assemblea dei sindaci Salvatore Di Bennardo e inviata per conoscenza anche al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, contiene anche una diffida e un preavviso di decurtazione delle somme fatturate.
Aica sottolinea che la Regione Siciliana ha già finanziato con oltre 9 milioni di euro per il 2025, e ulteriori 4 milioni per il biennio 2026-2027, la gestione e la produzione di acqua potabile tramite i dissalatori. Tuttavia, secondo le verifiche dell’azienda, gli impianti di Gela e Trapani non avrebbero prodotto i volumi previsti, mentre quello di Porto Empedocle avrebbe funzionato solo parzialmente. Nonostante ciò, Aica denuncia che l’acqua sarebbe stata comunque fatturata al prezzo ordinario di sovrambito pari a 0,696 euro al metro cubo, configurando una duplicazione dei costi già coperti da fondi pubblici.
L’azienda agrigentina chiede quindi a Siciliacque di fornire entro 15 giorni la documentazione tecnica e contabile relativa ai volumi effettivamente prodotti e immessi in rete, riservandosi di rideterminare autonomamente gli importi dovuti e di procedere alla compensazione delle somme in caso di mancato riscontro. La lettera si conclude con una formale diffida, a tutela dell’interesse pubblico e dell’equilibrio economico del servizio idrico integrato.

