3 Dicembre 2024
Agrigento e Provincia

TANGENTI. Il caso De Rubeis: l’atto di accusa dei giudici

Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica in esclusiva, nel numero in edicola domani l’atto di accusa dei giudici della Procura di Agrigento nei confronti del sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. Intercettazioni, testimonianze, capi d’imputazione valutazioni investigative vengono riportate sul numero 30 de “Il giornale di Agrigento” che dedica alla vicenda l’apertura di prima pagina e l’intera pagina 2.


Per l’occasione, Grandangolo già da ieeri sera è “sbarcato” a Lampedusa grazie all’aliscafo. Di seguito riportiamo uno stralcio del pezzo di prima pagina altamente significativo per comprendere cosa è avvenuto a Lampedusa e, soprattutto, cosa sta per avvenire:

“Una brutta storia. Anzi, bruttissima. L’arresto di Bernardino De Rubeis, sindaco di Lampedusa, apre uno scenario giudiziario spropositato. Chi crede che la vicenda sia circoscritta all’indagine sulla pretesa concussione subita da Sergio Vella, si sbaglia di grosso. Troppi omissis contiene l’ordinanza di custodia cautelare per potere oggi affermare che la storiaccia lampedusana sia morta e sepolta. I giudici della Procura stanno vagliando le posizioni del presidente del Consiglio comunale, del comandante dei vigili urbani, dell’ingegnere capo dell’Utc, di alcuni assessori e consiglieri comunali. Troppo gravi sono le affermazioni contenute nelle intercettazioni per non pretendere ogni ulteriore riscontro. E poi si intuisce che anche la posizione di alcuni imprenditori viene monitorata con grande attenzione. A Lampedusa per decenni alcuni pochi e soliti noti impresari hanno fatto il bello e cattivo tempo. Appalti miliardari (in lire) affidati a trattativa privata o, peggio ancora con un solo partecipante alla gara. I “boatos” di un imminente terremoto giudiziario a Lampedusa si sentivano da tempo. E quanto era nell’aria e sulla bocca di tutti si è avverato. La cattura di De Rubeis apre uno squarcio visibile e difficilmente rimarginabile nella storia delle Pelagie. Singolari e particolari sono i fatti che hanno caratterizzato l’inchiesta: l’imprenditore, Sergio Vella, che paga senza battere ciglio per poi ravvedersi, “fulminato” dalle parole del prefetto Postiglione. Si, perchè Vella ha deciso di collaborare con la giustizia dopo aver sentito il discorso del prefetto durante il ricevimento in occasione della festa della Repubblica, dello scorso 2 giugno. E d’accordo con Guardia di Finanza e magistratura, è stato imbottito di cimici e videocamera per incastrare De Rubeis. Ogni colloquio tra Vella e il sindaco veniva raccontato telefonicamente dal primo ad un ufficiale della Guardia di finanza. E paradossalmente, anche De Rubeis, ad ogni colloquio avuto con Vella, chiamava al telefono immediatamente il capitano dei carabinieri. Una partita a scacchi, snervante, insidiosa che si è risolta in favore dell’imprenditore. L’ormai ex sindaco di Lampedusa aveva già fiutato il pericolo e – secondo la Procura – ha cercato di mettere le mani avanti chiamando l’ufficiale dei carabinieri”.

Poi, il giornale si occupa della questione inquinamento del mare di San Leone con un pregevole articolo pubblicato a pagina 4. Sempre a pagina 4 vengono stampate le motivazioni della sentenza con la quale il GUP del Tribunale di Agrigento ha assolto gli avvocati agrigentini che hanno fatto parte della commissione pareristico legale al Comune di Agrigento.  Una nota particolare viene dedicata al piano regolatore generale. Ai trionfalismi di questi giorni si contrappone l’obiettiva difficoltà di rendere operativo l’importante strumento urbanistico.

Pagina tre è dedicata, come di consueto, alla cronaca: le vicende del clan Rizzuto; un’indagine su un traffico di carte di credito clonate e le vicissitudini, anche familiari, del gruppo mafioso Capizzi di Ribera.