Dopo San Leone riaffiora la melma a Siculiana Marina, emesso divieto di balneazione
Dopo essere diventata famosa a San Leone la melma riaffiora anche nel mare di Siculiana Marina. Dopo gli esiti degli esami delle acque da parte dell’Asp di Agrigento, è stato imposto ieri in pieno ferragosto dal sindaco di Siculiana Mariella Bruno il divieto di balneazione nei 100 metri ad ovest del fiume Canne e nei 400 metri ad est in direzione della spiaggia di Giallonardo che si trova in territorio di Realmonte.
A Siculiana Marina i tecnici e i sub di Girgenti Acque stanno intanto intervenendo in queste ore per eseguire la riparazione sulla condotta marina, il cosidetto pennello a mare, che ha accusato un guasto e da cui fuoriescono i liquami. I lavori si dovrebbero concludere nel giro di qualche giorno se le condizioni meteomarine lo consentiranno. Girgenti Acque fa sapere che l’impianto di prima grigliatura di Siculiana è regolarmente in funzione.
“Il divieto di balneazione a Siculiana rappresenta la caduta di un mito per la popolazione agrigentina. Per tutti il mare di siculiana ha sempre rappresentato il massimo per bellezza e purezza”, commenta Claudio Lombardo, presidente di Mareamico Agrigento, che lo scorso giugno, con la pubblicazione di alcune foto su facebook, aveva denunciato la carente situazione della depurazione a Siculiana Marina. “I depuratori – aggiunge – non funzionano da tempo, la condotta sotto la sabbia risultava interrotta in diversi punti e la condotta sottomarina non funzionava bene ed oggi, dopo le analisi dell’Asp la situazione è esplosa con l’inevitabile imposizione del divieto di balneazione. Durante i sopraluoghi della nostra associazione abbiamo trovato gli impianti di depurazione in una situazione spettrale con mancanza di tutto. Per noi è un completo disastro! E la cosa più grave e irresponsabile è che a ovest di Siculiana Marina vi è la riserva naturale di Torre Salsa e ad est Giallonardo”.
Nel frattempo si accende il dibattito su facebook. “Sono pronto a scommettere – posta Davide Fichera – che non c’è uno depuratore che funzioni nella provincia di Agrigento e anche nelle province limitrofe. Sono tutti impianti fatti male tanto per rubare soldi e poi mai collegati probabilmente, oppure abbandonati al primo guasto”. Aggiunge Giovanni Salamone: “Tanto va la gatta al lardo fino che ci lascia lo zampino! Fatevene una ragione, ormai siamo tutti stufi di questo andazzo e non ci fermiamo più il mare e di tutti e va tutelato”.