Mafie in Canada, Nicaso: la ‘ndrangheta in cerca consenso sociale
“La gente spesso associa la mafia alla violenza, quando agisce sotto traccia non a vede. La ‘ndrangheta anche in Canada acquisisce forme di consenso sociale, i personaggi che si vedono in giro con i macchinoni vengono presi per grossi imprenditori, sponsorizzano le squadre di calcio o danno elargizioni alla chiesa per fare lavori di ristrutturazione”. Lo ha detto all’Adnkronos Antonio Nicaso, giornalista e scrittore italo-canadese, esperto di organizzazioni criminali e scrittore che da molti anni vive in Canada.
“La presenza della ‘ndrangheta – ha aggiunto – spesso non si coglie ma è significativa. E’ gelosa del territorio ma non è asfissiante”. Secondo l’esperto, oggi la ‘ndrangheta è molto cambiata rispetto al passato, “la ricchezza ne ha cambiato il volto, oggi basta un carico di cocaina per fare profitti mentre un tempo si faceva più fatica”.
Questo nuovo modo di fare ‘ndrangheta sembra venisse osteggiato da Rocco Zito, il vecchio boss ucciso di recente a Toronto dal genero, in un contesto che si presume familiare. “Pare che a uno dei poliziotti che era andato a trovarlo qualche tempo fa aveva detto – ha raccontato Nicaso – che non gli piaceva questa mafia hollywoodiana. Le giovani generazioni ostentano ricchezza vivendo in ville lussuose e comprando macchine di grossa cilindrata mentre lui ha sempre vissuto in una casa modesta e ha guidato un’utilitaria”. Oggi il core business della ‘ndrangheta canadese è “il riciclaggio di denaro, aprono e chiudono in continuazione ristoranti e attività economiche”, ha spiegato il giornalista, mentre “è più difficile dimostrare i loro traffici di stupefacenti perché spesso fanno arrivare il carico ma poi la fanno distribuire sul territorio ad altre organizzazioni”.
Tornando alla figura di Rocco Zito, un tempo tra gli amici di Nick Rizzuto il “padrino” originario di Cattolica Eraclea, è stato descritto come un “uomo di forza” cioè dal carattere “violento e garbato” nel senso che “non dava nell’occhio ma aveva degli scatti violenti rilevanti, come quando è stato condannato per avere picchiato e ammazzato un fotoreporter Rosario Sciarrino, per un prestito non restituito. Da quel momento -ha detto Nicaso – è iniziata la sua parabola discendente perché gli altri uomini di ‘ndrangheta giudicarono eccessiva quella reazione”. Sulla sua morte, l’esperto di organizzazioni criminali non ha dubbi: “Credo che la ‘ndrangheta non c’entri nulla, da quello che si dice la figlia stessa ha chiamato alla polizia dicendo che il marito Domenico Scopelliti aveva ucciso il padre, e poi lui si è costituito. Questo però non deve far dimenticare che Rocco Zito è stato un personaggio importante della ‘ndrangheta. Nell’operazione Olimpia era stato indicato come un garante della pace tra le cosche”. Vi sono collegamenti con Albert Agueci, coinvolto nell’operazione French Connection che ispirò un famoso film sulla mafia italiana in America, e “quando Buscetta andò in Canada negli anni ’60 per curare una malattia venerea si incontrò sia con Antonino e Vincenzo Camilleri che con Rocco Zito”.