Pensioni: diritti inespressi per l’aumento fino a 300 euro, Pp chiede ricalcolo automatico

“Non sono diritti inespressi ma diritti negati”. Ad affermarlo è il segretario nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo sottolineando che “sono tantissimi i pensionati vittime della ‘non conoscenza di propri diritti’ e questo è profondamente ingiusto”. Una pensione su tre sarebbe da aumentare. “In tantissimi casi, i pensionati interessati, sono anziani, con poca o nessuna dimestichezza con i moderni strumenti tecnologici, in tanti casi, vivono soli, insomma si penalizza, nei fatti, chi già è penalizzato” incalza. “Perché, importanti diritti, con conseguenti importi economici, vengono riconosciuti, solo con la richiesta dell’interessato?” chiede il segretario nazionale del Partito Pensionati. “Si tratta, fra l’altro, – spiega Fatuzzo- di voci importantissime, come l’integrazione al minimo, la 14.a, le maggiorazioni sociali, importi aggiuntivi,prestazioni per invalidità civile, assegni familiari”.

“Tante piccole somme che, globalmente, -segnala Fatuzzo- diventano importi importanti, per chi ha pensioni modeste. Il Partito Pensionati, anche con specifiche trasmissioni televisive, ha cercato di informare i pensionati dei loro diritti”. Il Partito Pensionati chiede quindi “il ripristino dell’invio del cedolino pensionistico, al domicilio del titolare di pensione ed all’attribuzione d’ufficio di quanto spettante al pensionato, senza imporre alcuna ‘domanda’”, perchè, conclude Fatuzzo, “quando è l’Inps a dover avere qualcosa dal pensionato ‘preleva’ e non fa certamente ‘domande’”. Oggi 20 marzo, intanto, è previsto l’incontro sulla riforma pensioni tra governo e sindacati. Intanto, continua il pressing delle opposizioni per l’abolizione della legge Fornero.