7 Ottobre 2024
CronacaTrapani e Provincia

Mafia, operazione Scrigno: i nomi dei 25 arrestati e i dettagli dell’inchiesta

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani hanno tratto in arresto, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA, 25 persone accusate di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Le indagini dei Carabinieri, coordinati dal Procuratore Francesco Lo Voi, dal Procuratore Aggiunto Paolo Guido, e dai Sostituti Procuratori Gianluca De Leo e Claudio Camilleri, hanno permesso, con l’operazione odierna, di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo, nonché di colpire il vertice della famiglia mafiosa di Paceco, capeggiata dal pregiudicato Carmelo Salerno e esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.

Gli esiti investigativi, come ricostruito in un comunicato dell’Arma dei Carabinieri, hanno fornito inoltre elementi che dimostrano, per la prima volta, l’esistenza di una articolazione mafiosa sull’isola di Favignana, capeggiata dall’anziano Vito D’Angelo, originario di Ravanusa (Agrigento), che dopo aver scontato una lunghissima pena per omicidio, era poi rimasto a Favignana, inizialmente in regime di semilibertà, diventando un punto di riferimento per gli esponenti di cosa nostra trapanese dell’intera provincia. L’obiettivo dell’organizzazione mafiosa, rimane quello di acquisire il controllo di attività economiche, soprattutto nel campo dell’edilizia e della gestione di esercizi commerciali per reinvestire i capitali, ma anche di raccogliere consensi elettorali in occasione delle varie consultazioni. Sono infatti stati tratti in arresto anche alcuni esponenti politici del trapanese, come l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, l’ex assessore e candidata alle elezioni regionali del 2017, Ivana Inferrera e l’ex consigliere comunale di Erice, Giovanni Maltese. Le indagini hanno infatti permesso di registrare interferenze dell’organizzazione mafiosa nelle diverse competizioni elettorali; in alcuni casi persino la gestione diretta del rapporto con i candidati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti.

La particolarità che emerge è data dal fatto che sono proprio i rappresentanti locali della politica che si offrono ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale, così come fatto dal consigliere comunale Giovanni Maltese, nel momento in cui si rivolgeva direttamente a esponenti di cosa nostra di assoluto rilievo, come Francesco Virga e  Francesco Orlando, organizzando con gli stessi incontri riservati. La candidata alle elezioni regionali Ivana Inferrera, unitamente al marito Antonino D’Aguanno, accettavano la promessa di procurare voti, mediante le modalità mafiose, da parte dei fratelli Virga, in cambio di somme di denaro con le quali acquistare le preferenze e promesse di assunzione di manodopera. Anche l’allora deputato regionale Paolo Ruggirello si rivolgeva, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra, Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Salerno, Pietro Cusenza (tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018.

Inoltre, significativa è stata la assoluta sinergia tra articolazioni mafiose di territori differenti, quali ad esempio Trapani e Marsala. Dalle indagini sono emersi elementi significativi sui rapporti inter-mandamentali (Trapani e Marsala, che fa parte del mandamento di Mazara del Vallo), con incontri dei diversi rappresentanti nel corso dei quali sono state gettate le basi delle scelte imprenditoriali-mafiose e la spartizione degli introiti illeciti. Il mandamento mafioso di Trapani, come si accennava, aveva anche diversificato i propri investimenti, riuscendo ad acquisire anche la proprietà del Gran Hotel Florio di Favignana, riconducibile a VIRGA Francesco. Ma anche due negozi “LO SCRIGNO” e “LO SCRIGNO 2” sempre riconducibili ai VIRGA; un’impresa edile e un autonoleggio riconducibili all’arrestato PERALTA Francesco e l’Efri Bar della centralissima Via Conte Agostino Pepoli di Trapani, gestito dall’arrestato ORLANDO Francesco. Tutte le predette attività imprenditoriali, le società che li gestiscono e relativo compendio sono stati sequestrati dai Carabinieri, per un valore complessivo dei beni di circa 10 milioni di euro.

 

Questi i nomi degli arrestati: l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, di 53 anni di Trapani, i boss di Trapani Francesco e Pietro Virga, di 46 e 49 anni, di Erice, Diego Angileri, 82 anni, di Marsala, Salvatore Angileri, 47 anni, di Marsala, Biagio Bianco, marsalese di 52 anni, Antonino Buzzitta, 77 anni, di Erice, Pietro Cusenza, 57 anni, di Erice, Antonino D’Aguanno, 55 anni, di Erice, Vito D’Angelo, di 71 anni di Ravanusa, Vincenzo Ferrara, di 54 anni di Marsala, Vito Gucciardi, 59 anni, di Vita, l’ex assessore comunale di Trapani Ivana Anna Maria Inferrera, 56 anni, di Trapani, Domenico La Russa, 69 anni, di Trapani, Mario Letizia, di 49 anni di Paceco, l’ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese, di 64 anni di Trapani, Michele Martines, di 50 anni di Erice, Franco Orlando, di 63 anni di Trapani, Francesco Paolo Peralta, trapanese di 54 anni, Giuseppe Piccione, marsalese di 47 anni, Francesco Salvatore Russo, di 41 anni di Erice, Leonardo Russo, di 58 anni di Paceco, Carmelo Salerno, di 59 anni di Paceco, Filippo Tosto, di 48 anni di Buseto Palizzolo, Michele Alcamo, di 46 anni di Erice.