7 Ottobre 2024
CronacaPalermo e Provincia

Donna uccisa nel Palermitano, le telefonate degli indagati dalla caserma dei carabinieri

I protagonisti del delitto di Angela Maria Corona, la donna di 47 anni uccisa lo scorso 14 aprile a Bagheria, erano noti ai carabinieri poche ore dopo il ritrovamento del corpo della vittima. Il puzzle era incompleto, ma il quadro d’insieme era chiaro. E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip di Termini Angela Lo Piparo che ha portato in carcere tre persone: Guy Morel Diehi, detto Guizzo, 22 anni, Toumani Soukouna, detto Pietro, di 28, e Maria Francesca Castronovo, di 39, la nipote della vittima. Guizzo e’ stato portato in caserma a Bagheria il 16 aprile, lo stesso giorno in cui e’ stato ritrovato il corpo nelle campagne tra Bagheria e Casteldaccia. Da qui contatta la madre e racconta di essere stato portato dai carabinieri che lo accusano dell’omicidio di una donna.

“Io non sapevo – dice alla madre nell’intercettazione riportato nell’ordinanza – Stavo passando e lei mi ha chiamato per aiutarla dicendomi di venire assieme a lei a casa sua per fare scendere qualcosa. Invece era un’anziana donna dentro un sacchetto. Non avevo idea”. La madre non crede alla versione del figlio, ma gli consiglia di non modificarla. Poco dopo Guizzo chiama, Soukouna, ritenuto il complice del delitto. I due parlano in dialetto Nouchi della Costa d’Avorio, pensando di non essere compresi. Guizzo racconta di trovarsi in caserma. “So che il telefono e’ intercettato per questo parlo in Nouchi. Devi andare a casa mia…”. I carabinieri nel corso della perquisizione non hanno trovato i soldi che erano ben nascosti sopra l’armadio “dentro un sacco blue assieme alle scarpe”.

“Dove sei?” chiede Soukouna. “Sono nella caserma dei carabinieri” risponde Guizzo. Il giovane capisce di essere nei guai e mentre si trova in caserma fa un’altra telefonata ad un’altra persona. “Mi serve un avvocato la situazione e’ grave. Sono in caserma a Bagheria”. Il delitto non doveva essere commesso ne a Pasqua ne’ a Pasquetta, perche’ il territorio era presidiato ed incappare nei controlli era pressoche’ certo. A parte le diverse chiamate tra i due giovani prima dell’omicidio e subito dopo, le due utenze sono state agganciate nei pressi di Bagheria, nella zona dove e’ avvenuto il delitto. Uno dei due cellulari e’ stato agganciato anche nei pressi del luogo dove e’ stato gettato il corpo della donna. Non solo le telecamere dei paesi vicini hanno filmato il passaggio dei due sicari arrivati a Bagheria in bici all’alba, il passaggio della Citroen di Maria Francesca Castronovo in entrata e in uscita dal paese e il ritorno dei due giovani che hanno preso il treno alla stazione di Bagheria diretti a Palermo.