Sicilia, all’Ars ok alla finanziaria per la prima volta senza governatore
E’ stata una finanziaria ‘sui generis’ quella approvata dall’Ars, la prima volta senza il presidente della Regione in aula. A condizionarne contenuti e tempi e’ stata l’emergenza Covid-19, con deputati e assessori muniti di guanti e mascherine, seduti in scranni distanziati, e gli assistenti parlamentari sempre pronti a sanificare banchi e microfoni. Con momenti di confusione, come quando al primo voto palese ci sono voluti 15 minuti per potere votare essendo le postazioni ridotte per motivi di sicurezza. Il governatore Nello Musumeci e’ rimasto in aula solo per poche ore all’inizio della prima seduta, poi ha abbandonato senza piu’ mettervi piede dopo un duro scontro con il parlamentare di Iv Luca Sammartno, “colpevole” a suo dire di aver chiesto il voto segreto su una norma in discussione. Pratica del voto segreto contro cui Musumeci si batte da alcuni mesi ma che e’ tuttora previsto dal regolamento parlamentare, cosi’ come lo era nella scorsa legislatura quando proprio Musumeci (allora esponente d’opposizione al governo Crocetta) lo difese in aula definendolo “legittimo strumento del Parlamento”.
In assenza del governatore per tre volte si e’ espressa sul voto segreto chiesto dalle opposizioni e per tre volte la maggioranza ha vinto. E’ stata la “finanziaria di Gianfranco Micciche'”, che e’ riuscito a gestire l’aula nonostante le difficolta’ di un Parlamento che ha assorbito le tensioni e le preoccupazioni di una Sicilia in piena emergenza sociale ed economica. Il presidente dell’Ars l’ha gestita con il suo stile, secondo qualcuno un po’ naif e a volte condito da un linguaggio colorito e “poco istituzionale”. Uno stile comunque efficace, servito ad arginare i mal di pancia della maggioranza e a dare spazio e ruolo alle opposizioni, che hanno inserito nella manovra un buon numero di proposte. “Non siamo in un Far West, lo sceriffo c’e'”, una delle tante uscite di Micciche’, che ha persino sdoganato il termine ‘marchette’ prendendosela con un emendamento proveniente dalla capogruppo Udc.
E’ stata anche la “finanziaria dei Poc”, acronimo di programma operativo complementare: fondi utilizzati per coprire gran parte degli stanziamenti previsti dalla manovra regionale ma per poterli utilizzare serve il via libera da parte dello Stato. Da qui i profondi dubbi di molti esponenti dell’opposizione sulla effettiva possibilita’ delle norme di incidere per il sostegno e il rilancio dell’economia e dell’occupazione nell’isola. Nel finale quando e’ spuntato un maxi-emendamento che ha stanziato ulteriori 8,2 mln per enti, associazioni, teatri, Pd e M5s hanno parlato di “finanziaria delle marchette”. Nei prossimi giorni si capira’ se proprio a partire dalla finanziaria ci potrebbe essere un “nuovo equilibrio” a Sala d’Ercole, alla luce del sostegno alle norme del governo che e’ piu’ volte arrivato da parte di pezzi del M5s. (ANSA).