Messina Denaro, al microscopio la vita del boss: dalle amanti ai festini hard
Già il giorno della cattura il ritrovamento nel covo di “pillole azzurre” e preservativi aveva tracciato una delle piste d’indagine per ricostruire i trent’anni di latitanza di Matteo Messina Denaro. Le donne. Per l’ex primula rossa sono state sempre un chiodo fisso: dalla giovane straniera ai tempi in cui era libero e scorrazzava per le spiagge del trapanese all’amante storica Maria Mesi, palermitana di Aspra, una frazione di Bagheria condannata per favoreggiamento. Ora un’altra donna si è presentata nella caserma dei carabinieri di Campobello di Mazara dicendo di essere lei l’ultima donna del boss, ma di averlo capito solo dopo l’arresto. Gli investigatori del Ros l’hanno ascoltata ma troppe cose non tornerebbero nella versione. Per gli inquirenti della Dda non regge la tesi del non sapere chi era quel sessantenne malato di cancro con una grande disponibilità di Denaro spuntato dal nulla a Campobello di Mazara. Anche perché la donna è amica del vero Andrea Bonafede, il fiancheggiatore principale dell’ultimo periodo di latitanza.Oggi la Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido ha indagato per la seconda volta la fidanzata storica, Maria Mesi, dopo la perquisizione della casa di Aspra e della torrefazione che gestisce con il fratello Francesco. Cosa abbiano trovato i carabinieri nelle abitazioni è coperto dal più stretto riserbo. Di sicuro gli inquirenti stanno rileggendo tutti gli elementi raccolti in trent’anni di caccia alla luce di quanto trovato nelle ultime due settimane. A dare ulteriore materiale sulla pista delle donne del boss ci ha pensato l’ex iena Ismaele La Vardera, oggi deputato regionale e vicepresidente della commissione antimafia siciliana, che si è presentato in procura con un testimone che sostiene di aver partecipato a festini a luci rosse in una villa di Palermo con l’ex latitante più ricercato d’Italia. (LaPresse)