Raffica di sbarchi a Lampedusa, una donna muore

Si è rischiata, ancora una volta, la strage. Due barchini, quelli in metallo elettrosaldati che faticano a stare a galla, nel giro di poche ore, sono colati a picco in area Sar difronte Lampedusa. Nell’ultimo naufragio 20 migranti – originari di Camerun e Costa d’Avorio – sono stati salvati appena in tempo. Una donna invece non ce l’ha fatta, è annegata. E i miliari della Capitaneria di porto non hanno potuto far altro che recuperare e issare a bordo della motovedetta il cadavere. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. Poche ore prima, un’altra “carretta” di 8 metri, anch’essa salpata da Sfax in Tunisia, era affondata. E in questo precedente caso sono stati 38, fra cui 11 donne e un minore, i naufraghi salvati. Il mare, nel canale di Sicilia è molto mosso. Lo hanno riferito tutti i migranti che sono stati soccorsi o semplicemente agganciati e trasbordati in quelle che sono operazioni di “law enforcement”. Dalla mezzanotte, a Lampedusa, con 31 imbarcazioni, sono giunti in 1.308. Ieri, con altre 13, erano stati 470. L’inferno all’improvviso per i militari della Guardia costiera e delle Fiamme gialle che continuano a registrare “Sos” e segnalazioni di natanti in difficoltà, ma anche per gli impiegati della coop che si occupa dell’hotspot di contrada Imbriacola dove, nel pomeriggio, gli ospiti erano 1.900.

La Prefettura di Agrigento, tentando di gestire la nuova emergenza ospitalità, ha disposto per la serata il trasferimento di circa 920 persone: 420 partiranno con il traghetto Novelli e 500 con il pattugliatore Diciotti. In mattinata ne erano stati spostati altri 107 con il traghetto di linea per Porto Empedocle. La “finestra” di “bonaccia”, con il vento che si è calmato e le condizioni del mare che non sono più proibitive, già mercoledì aveva fatto preventivare che sull’isola di Lampedusa si sarebbe registrata una nuova raffica di approdi. La maggior parte dei migranti sbarcati – originari di Camerun, Guinea, Mali, Senegal, Costa d’Avorio, Liberia, Mali, Isole Comore e Burkina Faso – ha riferito d’essere salpata da Sfax, in Tunisia. Solo una “carretta” – a dire dei 28 siriani, marocchini, sudanesi, palestinesi ed egiziani – che invece alle ore 21 di mercoledì sarebbe partita da Zawia, in Libia. Le buone condizioni per le “traversate della speranza” dovrebbero durante un altro paio di giorni. Ma l’allerta, mare mosso o meno, resta alta per Capitaneria di porto e Guardia di finanza e questo perché i barchini, in metallo elettrosaldati, che salpano dalla Tunisia e che sono carichi di subsahariani, è ormai assodato che faticano a navigare e quindi ben che vada restano alla deriva nel canale di Sicilia. Oppure, come è accaduto due volte nel giro di pochissime ore, colano a picco, rischiando di far registrare nuove tragedie. (ANSA)