Migranti, ragazza racconta odissea per arrivare dalla Libia
“E’ iniziato tutto nel 2015 quando io e i miei 4 fratelli assieme a mia mamma siamo partiti e abbiamo attraversato, impiegando diverse settimane, il deserto. Siamo arrivati in Libia dove siamo stati per diversi mesi. Abbiamo provato ad attraversare il mare 3 volte. Siamo stati mandati indietro perché c’era brutto tempo o perché c’era la polizia e non potevamo passare. La terza volta, la polizia dei confini ci ha bucato il gommone per non farci salpare. La quarta volta siamo riusciti ad arrivare, ci ha soccorso la nave di una Ong e ci hanno portato al porto di Trapani”. Ha 17 anni ed è sudanese, Dasavi, la studentessa del liceo Scientifico Leonardo di Agrigento che, in piazza Vittorio Emanuele, durante le celebrazioni per il 171esimo anniversario della fondazione della polizia di Stato, ha raccontato la sua storia e cosa davvero sia il fenomeno dell’immigrazione clandestina. “Abbiamo incontrato poliziotti gentili che ci hanno sempre sorriso e non ci hanno fatto mai sentire soli – ha detto Dasavi – A Trapani ci hanno fatto iniziare la scuola, è stata una comunità molto accogliente e non volevano spostarci. Siamo arrivati poi, da Trapani, a Sant’Angelo Muxaro (Agrigento) dove abitiamo con mamma e dove ci sono molte brave persone che ci hanno accolto con affetto e ci hanno fatto sentire casa. Vedervi oggi qua – ha aggiunto la diciassettenne, rivolgendosi ai poliziotti, e l’emozione s’è fatta fortissima, – è come vedere una seconda famiglia. Ci avete dimostrato che voi, per noi, ma anche per altri, ci siete sempre stati”. Inevitabili le lacrime, ma anche gli applausi. “Vorrei diventare medico per aiutare gli altri come voi avete fatto con noi – ha concluso, e le lacrime si sono trasformate in singhiozzi, – e dimostrare che ognuno con il suo mestiere può aiutare a fare un mondo migliore”. Ad abbracciarla, tirandola via dall’imbarazzo della commozione, è stato il questore Emanuele Ricifari che, nonostante due settimane di servizio ad Agrigento, si è dimostrato attentissimo, alla crisi perdurante dell’immigrazione. (ANSA).