7 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaCultura & Società

Cattolica Eraclea, presentato progetto di restauro teatro greco di Eraclea Minoa vincitore concorso internazionale di idee (VIDEO)

Presentato oggi nel palazzo Borsellino di Cattolica Eraclea progetto di restauro teatro greco di Eraclea Minoa vincitore concorso internazionale di idee. Porre fine al degrado trentennale dell’area archeologica di Eraclea Minoa e, nello stesso tempo, permetterne la fruizione e la valorizzazione, salvaguardando l’unicità di un sito straordinario. È questo il principale obiettivo del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Ordine degli architetti di Agrigento, che hanno bandito un concorso internazionale di idee per il restauro e la conservazione del teatro greco di Eraclea Minoa. La commissione valutatrice ha selezionato e aggiudicato il progetto dello studio Francesco Cellini di Padova.

Il progetto
”La proposta, in accordo con le linee guida del bando di concorso, può essere riassunta in cinque
interventi principali: a) la sistemazione degli ingressi all’area archeologica e all’area del
parcheggio, b) la sistemazione funzionale del nucleo d’ingresso con uffici, servizi e Antiquarium, c)
la copertura e la sistemazione paesaggistica del teatro e il restauro delle rovine, d) il rinnovamento
delle coperture dell’abitato e le nuove sistemazioni archeologiche e) la razionalizzazione e
l’incremento dei percorsi di visita nell’area oggetto del concorso.
a) L’accesso carrabile al parco archeologico avviene oggi da Est tramite una strada sterrata che
attraversa parte del contesto delle mura ellenistiche, conducendo a una zona di forma triangolare
con una sistemazione a parcheggio poco efficiente. Il progetto ridefinisce in maniera razionale
la viabilità e distingue un parcheggio destinato alla sosta degli autobus, prevedendo un’affluenza
di visitatori organizzata in gruppi, così come avviene nelle maggiori località archeologiche, ed una
destinata alla sosta di singole auto, definendo al contempo i percorsi e gli attraversamenti
pedonali; b) l’attuale accesso, in corrispondenza dell’Antiquarium, rimane l’elemento ordinatore e il
nucleo principale di servizi rivolti ai visitatori, includendo, oltre agli uffici esistenti, anche un centro
di ristoro e bookshop, una biglietteria e controllo visitatori, nuovi ed efficienti locali igienici, un
locale impianti ed un piccolo elevatore che permetterà ai visitatori con diverse capacità
motorie l’accesso alla quota alta dell’area archeologica, quella del teatro, attraverso percorsi
agevoli e sicuri. In questo contesto si è pensato di utilizzare l’area esterna all’edificio esistente,
sfruttando una non recente sistemazione pianeggiante, dovuta forse dalla ricompattazione di scavi
marnosi ottenuti dalle opere di scavo dietro i servizi e l’Antiquarium. Questo rilevato,
opportunamente risanato ospita i servizi nuovi e una sistemazione esterna atta al ristoro dei
visitatori.
Al fine di potenziare la fruizione del sito anche attraverso web e social si prevede la realizzazione
di alcune ambientazioni virtuali che consentano la consultazione e l’autonoma esplorazione di
modelli tridimensionali ed interattivi. L’impianto del nucleo di uffici e dell’Antiquarium viene
parzialmente modulato per consentire di organizzare un accesso funzionale e senza barriere.
L’attuale rampa per diversamente abili, non coeva all’intervento di Minissi sulla sala espositiva,
viene rimossa per ricomporre lo scalone di accesso alla corte interna, spostando l’ingresso nel
corpo basso tra l’Antiquarium e gli uffici, con doppio accesso dalla corte e dalla zona ovest
attraverso una piccola rampa che recupera la quota. In questo vestibolo è stata sistemata la
biglietteria e un piccolo bookshop, con accesso all’Antiquarium e alla sala adiacente come
ampliamento al museo. La nuova distribuzione tiene conto della vecchia sistemazione di Franco
Minissi con teche in vetro centrali e leggere e pannelli didattici multimediali e interattivi sulle pareti,
in sostituzione di quelle attuali addossate ai muri e fortemente ancorate a terra. Dalla seconda e
nuova sala espositiva si ha accesso a una piccola sala per conferenze o esposizioni temporanee,
mantenendo l’accesso agli uffici amministrativi e ai servizi per i dipendenti.
c) La soluzione della copertura per il teatro è fortemente radicata nell’idea di paesaggio: si è voluto
ricreare un luogo ampiamente condiviso con il contesto paesaggistico, fruibile in tutte le sue parti,
utilizzabile come tetto giardino e come riparo per la salvaguardia del monumento. Questa si
presenta in forma di cavea verde, pensata come struttura totalmente reversibile e segnando la
continuità tra il fascino delle rovine nell’idea dei viaggiatori europei del Settecento e la necessità di
dialogare con gli elementi del paesaggio e del territorio costiero. Il teatro ellenistico rimane visibile
sia dalla quota del tetto giardino, attraverso un lucernario opportunamente schermato per mitigare
l’azione dei raggi UV, che ne percorre la forma circolare in sommità, sia alla quota dell’orchestra
ellenistica, da cui si accede ai resti archeologici, al di sotto della copertura. La soluzione adottata
per tale struttura consente di godere del paesaggio circostante all’interno del tetto giardino, dove
nella parte più bassa sono disposte tre file di gradinate per complessivi 200 posti, che offrono ai
visitatori l’opportunità di presenziare ad eventuali spettacoli all’aperto tramite il montaggio di
strutture temporanee.
Per il restauro delle rovine del teatro riteniamo si debba partire da fatti oggettivi, storici e
archeologici, aumentando le conoscenze scientifiche e geologiche del luogo, a partire da ricerche
storiche (tra queste anche le più recenti degli scavi di de Miro e il restauro di Minissi) e dalle
indagini diagnostiche sui materiali litoidi, per precisarne esattamente la cava di provenienza allo
scopo di poter intervenire anche con limitate reintegrazioni. Il restauro del teatro non può
prescindere da una continua e periodica manutenzione nel tempo a iniziare da quella del
consolidamento della superficie e quella dell’isolamento dagli agenti atmosferici.
Il sistema strutturale della copertura del teatro è composto da 8 travi principali di lunghezza 12m
circa, disposte, con andamento ad “uncino”, ortogonalmente allo sviluppo della cavea, di cui 4 nei
3 tratti retti e 4 nel tratto semicircolare, la cui geometria trasversale, di forma trapezia a sezione
variabile, è un cassone chiuso nervato in acciaio cor-ten.
Le travi principali sono isostatiche, vincolate a cerniera a monte della cavea, poggiate direttamente
sui plinti in c.a., e a carrello a valle, adagiate alla testa delle colonne in acciaio collocate
sull’orchestra. Ad esse sono collegate, con uno schema a travi continue, le secondarie in acciaio
cor-ten, disposte ad interasse di circa 120cm, che nel tratto semicircolare della cavea sono
opportunamente calandrate per seguire il profilo curvilineo.
L’orizzontamento è realizzato con una lamiera grecata in cor-ten di adeguate dimensioni per
ospitare sia la parte della cavea con terreno e manto erboso, sia quella con le sedute.
d) Nell’area dell’abitato, a sud del teatro, la struttura esistente a protezione degli scavi è sostituita
da elementi leggeri che ripropongono volumetricamente la tipologia delle case ellenistiche
illuminate dall’alto, evocandone l’atmosfera a partire dal loro reale riconoscimento tipologico, della
loro scala intima all’interno e dalla loro dimensione urbana insieme alle strade esistenti. Al
contempo, questa soluzione consente di liberare la vista sul teatro e, viceversa, sul paesaggio
costiero. In quest’area si prevede anche di valorizzare l’esperienza di visita attraverso l’incremento
e il miglioramento dei percorsi, sempre accessibili alle diverse capacità motorie e deambulatorie.
L’idea è quella di riconoscere nelle rovine un alto valore istruttivo e didattico che oltrepassa la
mera copertura e la pura e semplice salvaguardia del bene, puntando al riconoscimento tipologico
del nucleo abitativo e alla ricreazione degli ambienti e della vita in quei luoghi. Il contesto di queste
abitazioni è sottolineato, inoltre, dalla morfologia urbana e dalla composizione degli isolati: per
questa ragione si è pensato di ampliare questo tipo di intervento, assolutamente poco invasivo,
alla ricerca di nuove e inedite visioni urbane, integrando al primo nucleo nuove quinte stradali e
opportunità funzionali diverse, per esposizioni temporanee a scopo didattico e scientifico.
e) Si prevede, inoltre, la conversione di tutti i percorsi e della viabilità esistente nell’area
archeologica attraverso l’uso di materiali ecocompatibili e drenanti, col ricorso a strutture in legno
soprelevate ove necessario, mantenendo valida l’accessibilità a tutti i visitatori, e l’ampliamento di
questi attorno al teatro e in corrispondenza dell’abitato, nel rispetto del valore archeologico del
contesto. Il parcheggio e l’accesso all’area archeologica manterranno, invece, il parterre drenante
esistente.
All’interno del contesto archeologico, il progetto prevede una serie di sistemazioni viabilistiche e
paesaggistiche atte a mitigare fortemente l’impatto del vento, consistenti in nuove piantumazioni a
valle dell’abitato, in aree certamente libere da scavi, con la messa a dimora di piccoli arbusti e
siepi che limiteranno il trasporto basso di sabbie e detriti nella parte alta dell’abitato. Si è pensato
inoltre, nella parte centrale dell’abitato, di creare un vero e proprio giardino archeologico, dove
alcune aree rinverdite avranno anche la funzione deterrente per l’innalzamento delle polveri”.