
La prima di Andromeda e Perseo, con Ernesto Maria Ponte e Clelia Cucco, in scena il 28 giugno all’area archeologica di Solunto con la regia di Gianfranco Perriera, aprirà la ventunesima stagione dei Teatri di Pietra. Il cartellone ideato dal direttore artistico Aurelio Gatti prevede lo spettacolo Del Labirinto e altre storie il 10 luglio al Tempio delle Vittore di Himera ed Euridyce il 13 luglio al Teatro Monte Iato a San Cipirello. Complessivamente la stagione prevede oltre 80 spettacoli in 19 siti di sette province uniti che unisce idealmente in un’unica ‘rete’ tutta la Sicilia.
Da Palermo (Terme Arabe di Cefalà Diana, Tempio della Vittoria di Himera, Castello Beccadelli Bologna di Marineo, Villaggio preistorico Faraglioni di Ustica, Antiquarium Case D’Alia di San Cipirello) a Trapani (Tempio di Hera di Selinunte), da Agrigento (Chiesa Madre di Caltabellotta, Eraclea Minoa, Cattedrale Antica di Montevago, Villaggio Bonsignore di Ribera) a Siracusa (Teatro Akrai di Palazzolo Acredide e Loggiato San Sebastiano di Melilli), da Messina (Agorà di Halaesa), al cuore della Trinacria con Enna (Castello di Sperlinga) e Caltanissetta (Parco Archeologico Palmintelli).
“Il Teatro è il miglior strumento per valorizzare il nostro grande patrimonio – afferma Gatti – a condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché, altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la riflessione sulla bellezza e sull’uomo. La robustezza e l’azione dei Teatri di Pietra si fonda sulle volontà espressa e aderita da parte di artisti, compagnie, operatori culturali di fare rete, da una parte, e dall’altra dalla convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e valorizzazione dell’identità delle comunità” Oltre Andromeda e Perseo, molte altre le prime nazionali come Medusa della compagnia Arpa; Danza delle Baccanti di Remo Anzovino; Le Lacrime delle Donne per la regia di Manuel Giliberti; Del Labirinto e altre storie – danza teatro con Rino Di Martino. (ANSA)
Nella foto l’antica cattedrale di Montevago tra i ruderi del sisma del 1968