
“A cinquant’anni, Maria Rosaria Lopez, simbolo della ferocia sulle donne, dimenticata nella sua Agrigento”: e’ quanto dice Nuccio Dispenza, portavoce dell’Area Progressista di Agrigento. “30 settembre 1975-30 settembre 2025. Esattamente cinquant’anni fa, la strage del Circeo – sottolinea – un delitto che, come dice Edoardo Albinati, restera’ nel tempo come il simbolo della ferocia, un violento sfregio alle donne. I carnefici erano tre giovani fascisti della Roma bene, le vittime, Donatella Colasanti, che sopravvisse perche’ si finse morta, e la giovanissima Maria Rosaria Lopez, nata ad Agrigento, a San Girolamo, nel centro storico. Maria Rosaria fu torturata, violentata e annegata nella vasca da bagno.
A cinquant’anni esatti, cosa ha fatto, e cosa sta facendo, il Comune per ricordarla?”. “Nel recente passato – aggiunge – ho posto il problema pubblicamente, ma senza risposta; in Consiglio comunale il mio interrogativo fu ripreso dai consiglieri Margherita Bruccoleri e Lillo Firetto. Da parte sua, l’amica Roberta Lala, nella brevissima esperienza di assessore, rispose concretamente, facendo sua la necessita’ di ricordare Maria Rosaria, e avvio’ l’iter per intestarle un angolo di citta’, considerando che Roma le aveva dedicato uno spazio verde. Non se ne fece nulla”. “Ecco, a 50 anni da quella strage, col tema della violenza sulle donne che domina le nostre cronache – conclude Dispenza – in questa pioggia scomposta e discutibile di iniziative per questo pasticciato 2025, Agrigento Capitale della Cultura avrebbe dovuto pensarne una per Maria Rosaria. Lei l’avrebbe meritato, l’avrebbero meritato tutte le donne, ma ancora una volta niente”. (AGI)