RIBERA. Elezioni, il Pd annuncia ricorso al Tar dopo il pasticcio delle liste
Prosegue il braccio di ferro tra la Sottocommissione elettorale e il Partito Democratico, escluso dalla competizione per il mancato apparentamento con il candidato sindaco Carmelo Pace, che ha richiesto per la seconda volta i documenti relativi alla presentazione delle liste elettorali e che se li è visti rifiutare per la seconda volta.
A richiedere le documentazioni presentate sono stati alcuni esponenti del Pd (i vari Pietro Di Grado, Gigi Coniglio, Carlo Venturella e l’ex sindaco Giuseppe Di Salvo), i quali li hanno mostrato l’intenzione di presentare un ricorso al Tar per chiedere di invalidare le elezioni amministrative per la situazione “pirandelliana” venutasi a creare con la presentazione di una candidatura a sindaco reale (quella di Carmelo Pace) e di una candidatura “strategica” (quella dell’amico compagno di partito Lillo Smeraglia) appoggiata da una lista “civetta”. La Sottocommissione elettorale, composta da Giuseppe Imbrò, presidente, Caterina Massarelli, Salvatore Cocchiara e Salvatore Giambartino, ha opposto un rifiuto motivandolo la prima volta con il fatto che i documenti dovevano essere richiesti alla Procura della Repubblica di Sciacca.
I componenti la Sottocommissione hanno, infatti, rilevato alcune irregolarità che hanno inteso far valutare alla magistratura saccense. Da qui il ri fiuto del rilascio che è stato confermato dopo una recente riunione dalla Sottocommissione, che ritiene da un lato carente “l’interesse” a richiedere i documenti, perché la richiesta si potrebbe prestare a “strumentalizzazioni” col rischio di “assumere carattere meramente strumentale e propagandistico” e dall’altro che la Sottocommissione si limita ai “custodire” le carte “secondo li la disciplina elettorale esclusivamente per le finalità connesse al prelievo della stessa ove strumentalmente disposto dall’autorità giurisdizionalmente chiamata a dirimere le controversie elettorali e che non consente una diversa ostensione e consegna di copia”. Intanto la campagna elettorale prosegue con comizi (in programma quello di Carmelo Pace in Viale Europa alle 21 e di Nicola Ciccarello domenica sera alle 21) e con qualche presa di posizione sulla vicenda del “non voto”. Ad esprimersi per questa soluzione il professor Sino Guarisco, candidato a sindaco contrapposto a Giuseppe Di Salvo nel ’94. “La situazione attuale-osserva Guarisco – sancisce l’impossibilità di esprimere una scelta libera ed è in aperto conflitto con il concetto stesso di democrazia. Si tratta di una farsa. E’ vero che votare è un dovere civico. Ma non è un dovere civico partecipare ad una farsa”.
Da: Giornale di Sicilia