Carceri, Consiglio d’Europa: “Troppi casi di maltrattamento”
In Europa ci sono ancora troppi casi in cui le persone arrestate vengono maltrattate, anche gravemente, dalle forze dell’ordine. E le misure messe in atto dai 47 Stati membri del Consiglio d’Europa per far luce su questi episodi, e dunque per aiutare a prevenirli, rimangono “insoddisfacenti”. A denunciarlo e’ il comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa che nel suo rapporto annuale richiama tutti i Paesi dell’organizzazione a migliorare le procedure che servono a documentare e poi denunciare alle autorita’ competenti i casi di maltrattamento, per prevenire i futuri. E questo vale anche per l’Italia, dove “in teoria le procedure ci sono, ma in pratica non sono sempre messe in atto come dovrebbero”, sottolineano al Cpt che tra breve pubblichera’ gli ultimi due rapporti sull’Italia, uno dei quali analizza in particolare le procedure seguite per indagare sulle denuncie di maltrattamenti fatte da arrestati e detenuti.
“La maggior parte degli abusi ha luogo durante l’arresto e gli interrogatori” affermano al Cpt. “E’ per questo che e’ essenziale che lo staff medico delle prigioni, o di qualsiasi altro luogo di detenzione, conduca una visita accuratissima di chiunque arrivi, e che le prove dei maltrattamenti siano subito comunicate alle autorita’ competenti” e’ sottolineato. E il Cpt e’ molto chiaro su come questa visita debba essere condotta e su quello che deve avvenire in presenza di maltrattamento. Innanzitutto non deve essere presente alcun rappresentante delle forze dell’ordine. Il medico deve, anche attraverso fotografie, documentare tutto, oltre all’eventuale testimonianza dell’arrestato. Queste informazioni devono poi essere inviate nel piu’ breve tempo possibile alle autorita’ competenti. Ma secondo il Cpt, sono troppi i casi in cui tutto questo non avviene.(ANSA)
Nella foto e nel video il sit-in di sensibilizzazione promosso ieri mattina davanti al carcere Petrusa di Agrigento dall’associazione “Autonomie delle Libertà” di Agrigento presieduta da Giuseppe Arnone e dal centro studi “Pedagogicamente” diretto da Antonello Nicosia.