27 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaCatania e ProvinciaCronaca

Dia Catania confisca beni per 50 mln euro, “appalti pilotati anche nell’Agrigentino”

Il tribunale di Catania ha disposto la confisca del patrimonio aziendale di un imprenditore ritenuto elemento collegato alla consorteria mafiosa catanese di ‘cosa nostra’ nel territorio di Catania e alle ‘famiglie’ operanti in altre province siciliane. L’imprenditore era gia’ stato sottoposto a sequestro nel dicembre 2011. La Dia ha sequestrato l’intero compendio aziendale fatto di quattordici societa’ quasi tutte vincitrici di appalti milionari. Oltre alle imprese sono state sottoposte al ‘sequestro antimafia’ diverse unita’ immobiliari, abitative e agricole, e 129 rapporti bancari.


Le indagini patrimoniali espletate dalla Dia hanno abbracciato l’arco temporale dal 1995 alla prima meta’ del 2008. Gli accertamenti hanno evidenziato profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto tali da fondare la presunzione accolta dal Tribunale di una illecita acquisizione patrimoniale. L’imprenditore era gia’ stato arrestato nel luglio 2003 perche’ gravemente indiziato nell’ambito dell’operazione ‘Obelisco’, per avere fatto parte, insieme ad altri imprenditori (attualmente sottoposti a misura di prevenzione personale e patrimoniale ai sensi delle vigenti leggi antimafia), di un’associazione di stampo mafioso che si avvaleva della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omerta’, per commettere delitti contro la persona, per acquisire in modo diretto o indiretto, previe intese con gli esponenti delle ‘famiglie’ di Cosa Nostra, la gestione ed il controllo di attivita’ economiche specificatamente nel settore degli appalti pubblici banditi nella regione Sicilia e, comunque, per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se’ e per gli altri. Per questo l’uomo compiva, in modo sistematico, un’attivita’ volta a ‘pilotare’ l’aggiudicazione degli appalti con raccolta di buste e falsificazione dei requisiti, previo accordo con esponenti mafiosi di Catania e di altre zone della Sicilia, come Caltagirone, Bronte, Agrigento, Caltanissetta e Palermo. (ASCA)