Sicilia, sfumano larghe intese: Crocetta nel mirino di M5S e FI
Il governatore, però, tira dritto. “Non cerco maggioranze attraverso inciuci nè con ribaltoni – urla in aula – ma voglio confrontarmi con l’opposizione su cose concrete”. Poi avverte alleati e avversari: “Non permetterò che mi si faccia consumare e bloccare dalla logica del ‘tanto peggio tanto meglio’. Nessuno pensi di creare divisioni per bloccare l’azione del mio governo”. Crocetta alterna fasi di calma a momenti di grande enfasi. Il tono del governatore si alza quando decide di prendere di petto la questione Pd: “Non posso accettare che sia la direzione del partito a impormi gli assessori. Non discuto il merito nè la necessità che ha un partito di essere rappresentato, ma difendo la mia autonomia di presidente della Regione”. Parole che infiammano il fronte interno e sembrano gettare un ponte verso il resto dell’aula: “Confrontiamoci lealmente – dice -, e che sia un confronto libero dai vecchi pregiudizi”. Tutto questo perchè “anche in politica la realtà è continuo mutamento”.
Invito che non trova sponde nelle varie anime dell’opposizione, con i grillini che restano fermi sulla critica al governo e che lanciano, al contrario, lo ‘Sfiducia day’: una raccolta di firme da corredare a quelle dei deputati che metteranno il proprio nome sulla richiesta di presentazione della mozione di sfiducia nei confronti di Crocetta. Muro anche da parte del centrodestra, con Nello Musumeci, uscito sconfitto nella corsa alla presidenza della Regione, che parla di un governatore “ormai isolato” e chiede a Crocetta “un atto di grande coraggio: le dimissioni”. (LaPresse)