Mafia, Saguto sospesa da funzioni: perdita prestigio irrimediabile
Il Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, indagata per corruzione a Caltanissetta. Con questa decisione la Sezione disciplinare di Palazzo dei marescialli ha accolto la richiesta del ministro della Giustizia e del Pg della Cassazione.
La Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, ha fatto “un uso distorto” della sue funzioni per “interessi privati, peraltro in un contesto che inevitabilmente investe, per la sede in cui i fatti sono maturati, la credibilità stessa della risposta delle istituzioni al fenomeno mafioso”. Dalla “gravità” delle condotte contestate a Saguto deriva “una perdita di prestigio irrimediabile”. La sezione disciplinare del Consigli superiore della magistratura, nelle motivazioni del provvedimento di sospensione denso di quaranta pagine, non tralascia nessuna delle contestazioni per il giudice. La Saguto è stata sospesa dalle funzioni e dallo stipendio perché – si aggiunge – ha compiuto un “abuso” delle sue funzioni “a profitto proprio e della propria famiglia”. “E il danno – scrive ancora il Csm – è tanto maggiore”, considerato che tutto ciò ” si è verificato in un ufficio storicamente impegnato nella lotta alla criminalità organizzata e proprio per questa ragione considerato nel Paese un simbolo e un punto di riferimento della legalità”. Insomma la Saguto è stata sospesa anche per “il pericolo” che le “condotte illecite accertate” possano essere reiterate. Un rischio che il tribunale delle toghe riconduce alla “situazione di grave difficoltà economica” di Saguto che appare “endemica”.
L’ultimo degli illeciti disciplinari messi in fila a Palazzo dei Marescialli riguarda l’azione che la Saguto ha fatto servendosi dei media. In pratica il magistrato si sarebbe adoperato affinchè, nel maggio scorso, venisse data diffusione di una notizia – “in realtà molto risalente nel tempo – e relativa alla presunta pianificazione di un attentato ai suoi danni come conseguenza della propria attività”. “Si tratta di condotte intimamente connesse allo svolgimento della funzione giurisdizionale, dalle quali deriva una perdita di prestigio irrimediabile per l`interessata e il correlativo pericolo che perduri, vieppiù aggravandosi, il pregiudizio già cagionato all`immagine della giurisdizione in seguito al risalto che i fatti ascritti hanno avuto nell`opinione pubblica”, scrive il relatore Nicola Clivio, togato di Area, nel provvedimento. Poi si sottolinea “il pericolo” che le “condotte illecite accertate” possano essere reiterate. Un rischio che il tribunale delle toghe riconduce alla “situazione di grave difficoltà economica” di Saguto che appare “endemica”. “Permanendo la condizione attuale – si legge nell`ordinanza firmata da Clivio – qualunque funzione pubblica diverrebbe strumentalizzabile per il conseguimento delle medesime utilità”.
Silvana Saguto, venerdì scorso, aveva respinto ogni accusa. “Abbiamo letto il provvedimento, è denso di errori. Lo impugneremo in Cassazione”, ha commentato il difensore, l`avvocato Giulia Bongiorno, dopo la lettura dell`ordinanza. “Non è emersa alcuna traccia di scambi di denaro tra la mia assistita e gli amministratori giudiziari, e gli accertamenti bancari lo confermano – aveva detto la penalista – le accuse al giudice Saguto sono palesemente sbagliate”. La decisione della Commissione disciplinare del Csm è arrivata in contemporanea con l’audizione presso l’altra commissione del Csm che si occupa dei trasferimenti dei magistrati per incompatibilità ambientale, di tutti i magistrati palermitani indagati dalla Procura di Caltanissetta. La Prima Commissione del Csm ha, però, congelato la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale per la Saguto.