27 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaEconomia

Beni culturali nell’Agrigentino, i precari dichiarano lo stato d’agitazione

Sono in agitazione i lavoratori precari impegnati in Attività socialmente utili nei siti e gli uffici del dipartimento Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, tra cui il museo di Agrigento, in attesa di essere stabilizzati. Come si legge sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, su iniziativa della Funzione pubblica Cgil, presso il Polo Museale “Pietro Griffo” ad Agrigento, nell’ambito di una iniziativa regionale, ieri mattina si è svolta un’assemblea di tutti i precari. Ormai da diverso tempo la Cgil funzione pubblica siciliana è impegnata costantemente sulla complicata vicenda dei lavoratori Asu, infatti, si susseguono gli incontri presso l’Assessorato Regionale. In particolare l’attenzione è rivolta alla vicenda che ha visto protagonisti i lavoratori Asu utilizzati presso i siti regionali, dopo che il Consiglio dei ministri con propria delibera ha impugnato l’articolo11 della legge regionale 1 del 22 gennaio 2019, che avrebbe consentito il transito dei lavoratori Asu presso gli uffici e i siti dei Beni culturali siciliani.

A seguito dell’impugnativa è stato bloccato l’iter di tale passaggio. Blocco che la Cgil contesta «in quanto – spiega il responsabile degli enti locali, Pietro Aquilino – la motivazione addotta è la violazione dell’articolo 97 della costituzione che obbliga la pubblica amministrazione al pubblico concorso. Ebbene – aggiunge Aquilino – nel caso in specie, non ci sarebbe nessuna assunzione ma semplicemente un utilizzo diretto da parte del Dipartimento dei beni culturali sempre con lo status di lavoratori impegnati in attività socialmente utili. Per tali ragioni i lavoratori – conclude la Cgil – annunciano lo stato di agitazione, minacciando iniziative eclatanti finalizzate alla risoluzione della vertenza». In sostanza, dopo l’impugnativa da parte del Governo dell’articolo 11 della legge regionale, che prevede il transito dei lavoratori Asu nella società Resais, i sindacati si stanno mobilitando. E tornano a lanciare un appello alle Istituzioni regionali. Un primo tentativo è stata la richiesta di incontro urgente indirizzato all’Assessore del Lavoro Scavone ma è andato a vuoto, per cui le organizzazioni di categoria, al fine di affrontare la delicata questione, si sono rivolte al presidente della Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, Luca Sammartino.

Oltre al problema generale della stabilizzazione del personale Asu incombe l’individuazione di una soluzione in ordine all’utilizzazione diretta dei lavoratori precari presso i siti e gli uffici dell’Assessorato Beni Culturali e dell’Identità Siciliana. La norma impugnata era stata impiantata proprio per provare a «sanare» la posizione occupazionale e giuridica di questi ultimi lavoratori. Sarebbe dunque da scongiurare qualsiasi ipotesi di rientro dei lavoratori nelle strutture di origine con il conseguente ripristino in utilizzo tramite protocolli d’intesa. Sono oltre 300, in tutta la Sicilia le unità Asu interessate che contribuiscono ad assicurare le aperture e la gestione della grande affluenza di pubblico dei siti e delle strutture dei Beni Culturali. Ad Agrigento sono 23 in tutto.