Gelato artigianale, Cna: business da 3 miliardi di euro, piace anche ai fiori e salato
In cono, coppetta o d’asporto in vaschetta, la domanda di gelato artigianale italiano cresce del 10% l’anno per raggiungere, per la prima volta quest’anno, quota 3 miliardi di euro. “Un obiettivo ragionevolmente raggiungibile” afferma Cna Agroalimentare sulla base di una indagine condotta tra gli operatori iscritti alla Confederazione. Nel 2018 il giro d’affari del gelato artigianale italiano ha toccato quota 2,7 miliardi di euro. “Ma la crescita in valore di questo mercato non si scioglie e – sottolinea Cna Agroalimentare – viaggia ormai a un ritmo del 10% annuo. Ed e’ probabile quindi che quest’anno il fatturato del settore possa arrivare, se non superare addirittura, il muro dei tre miliardi. Con un enorme impatto sulla filiera agro-alimentare, grazie al previsto acquisto di circa 240mila tonnellate di latte, 70mila tonnellate di zucchero, 23mila tonnellate di frutta fresca e 32mila tonnellate di altri prodotti, quali il pistacchio di Bronte e le nocciole di Piemonte, Lazio e Campania, le mandorle siciliane e i limoni delle Costiere sorrentina e amalfitana”.
Il successo del gelato artigianale italiano affonda le sue radici nella storia. Il sorbetto nasce con i romani. E viene esaltato dagli arabi in Sicilia, grazie alla saporosa frutta locale e alle nevi dell’Etna, dei Nebrodi, delle Madonie. E’ un italiano – il palermitano Francesco Procopio de’ Coltelli (ma il suo vero cognome sarebbe stato Cuto’) – a fondare il primo grande caffe’-gelateria al mondo, ‘Le Procope’ a Parigi, e a esportare questo prodotto in Europa. Ed e’ il genovese Giovanni Bosio a fondare la prima gelateria a New York, da cui sarebbe nata la moda dell’ice cream e sorto il maggiore mercato al mondo del gelato, gli Stati Uniti d’America. I fratelli Italo e Frank Marchionni inventarono il cono negli Usa, anche se poi a brevettarlo non fu nessuno dei due, in lite giudiziaria. Oggi e’ un alimento global: il fatturato mondiale del gelato artigianale – ricorda Cna – e’ stimato in circa 17 miliardi di euro.
Centomila sono le gelaterie specializzate aperte da un capo all’altro del pianeta. Cinquecentomila gli addetti. La potenza economica del Made in Italy trova eco anche nel business dei macchinari per la produzione del “freddo-che-si-mangia” e mantecatrici: a primeggiare nel settore sono – sottolinea Cna – 13 industrie italiane che, assieme, valgono i nove decimi del mercato mondiale, circa 250 milioni l’anno di giro d’affari. Stesso primato nella realizzazione di vetrine: le prime dieci imprese italiane registrano un fatturato aggregato superiore ai 300 milioni. A tavola il successo del gelato artigianale e’ legato a una ricca gamma di gusti proposti e nella versatilita’ del consumo che ha superato la frontiera del dolce-salato. Successo per i gusti ai fiori edibili: quest’anno sara’ la volta del fiore di sambuco, ma hanno i propri affezionati anche gelsomino, begonia, calendula. Anche i dolci classici – in testa il tiramisu’, in compagnia di pastiera napoletana, cassata siciliana, mimosa, caprese – vengono proposti in forma di gelato. Si fanno strada i sapori rispettosi di altre culture e delle prescrizioni alimentari di altre religioni: bio, vegani, halal, kosher. E gli chef ne fanno una tendenza in cucina: al Calandrino, il 25 luglio, il gelato, annuncia il tristellato Massimiliano Alajmo, sara’ protagonista dei piatti creando divertenti alternanze di temperature e consistenze. (ANSA)