Festa di San Calò a Porto Empedocle nel ricordo di Andrea Camilleri, commemorazione il 6 settembre
Entra nel vivo la festa di San Calogero alla “Marina”, la prima dopo la morte di Andrea Camilleri, che ha mostrato sempre un grande legame con il santo nero molto venerato nell’Agrigentino. “L’intera celebrazione, quest’anno – dice al Giornale di Sicilia il sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina – è idealmente dedicata a Camilleri che era legatissimo al santo nero, anche perché all’anagrafe il suo nome completo è Andrea Calogero, come sempre ribadiva. L’ho ricordato nel mio discorso ufficiale, a lui abbiamo dedicato iniziative collaterali alla celebrazione popolare e religiosa, gli empedoclini ricordano con grande affetto lo scrittore recentemente scomparso che ha dato lustro nel mondo alla nostra città e alla nostra Sicilia. Tutto questo in attesa dell’evento di commemorazione del 6 settembre, nel giorno in cui Camilleri avrebbe compiuto 94 anni”.
“Ateo ma devoto a San Calogero”, si è sempre definito lo scrittore empedoclino – tradotto in almeno 120 lingue e che ha venduto più di 10 milioni di copie – morto il 17 luglio scorso a Roma all’età di 93 anni. Il 6 settembre 1925, giorno della nascita di Andrea Calogero Camilleri, la madre lo votò al Santo, imponendogli il secondo nome, appunto Calogero. La devozione a San Calò è stata espressa dallo scrittore in diversi testi e interviste. “Diciamo che io ora, da sempre, dall’età della ragione, ho un paradiso deserto di santi, privo di tutto. C’è solo San Calogero al quale sono legatissimo, al quale ogni anno faccio la mia offerta. Se guardate bene, troverete immagini e statuine in questa mia casa, a cominciare da questo studio. Credo che il mio legame con San Calogero, un santo che mi sta enormemente simpatico e del quale ho narrato la festa nel mio primo romanzo ‘Il corso delle cose, rimarrà fino a quando camperò’. ‘Culti pagani e culti cristiani: San Calogero di Agrigento e l’Ercole di memoria ciceroniana’”.
L’arciprete di Porto Empedocle, don Leopoldo Argento, che incontrò l’ultima volta Camilleri nel 2017, racconta: “Mi ha parlato della sua fede per San Calogero. Più che fede, mi è sembrato un vero e proprio affetto, penso sia un suo legame con questa terra, con la città di Porto Empedocle. Mi raccontò un aneddoto: quando è nato, il 6 settembre del 1925, la sua levatrice lo portò fuori alla finestra, mentre passava una processione per San Calogero. Nonostante lui non abbia un rapporto idilliaco con la Chiesa, per San Calogero nutre un grande affetto”. Questo uno dei “miracoli” che lega Camillleri al santo nero, poi c’è quello del il 21 settembre del 1986 quando Camilleri rischiò di essere ucciso durante la prima strage di mafia di Porto Empedocle: sfiorato dai proiettili che uccisero sei persone davanti al bar Albanese di via Roma, fu salvato da San Calò per “miracolo”.
Per ricordare Camilleri il prossimo 6 settembre, la Strada degli Scrittori e il comune della città in cui lo scrittore è nato e cresciuto, organizzano un evento centrato su una video intervista all’autore di tanti avvincenti storie. Un evento nel cuore di Porto Empedocle, la “vera Vigata” del Commissario Montalbano. “Continueremo a considerare questo nostro Grande Vecchio – dice il giornalista Felice Cavallaro, presidente della Strada degli Scrittori – con radici nella terra di Pirandello e Sciascia il cardine di un progetto che trasforma la sua Strada in un richiamo per leggerne i libri ed assaporare le atmosfere della vera Vigata, fra i vicoli della sua Porto Empedocle, rinnovando l’impegno di accendere sempre più forti i riflettori fra i Templi di Agrigento, fra teatri, castelli, miniere, pietre, personaggi che hanno ispirato ed ispirano tanti grandi della letteratura”.
Andrea Calogero Camilleri from Federico Savonitto on Vimeo.