”Acqua passata”, l’arte e il dolore dei migranti davanti Palazzo dei Normanni a Palermo
Si sono accese le luci stasera, in piazza del Parlamento, davanti a palazzo dei Normanni, a Palermo, su ‘Acqua passata’, l’installazione, volutamente surreale (all’apparenza) che raffigura una barca di legno con a bordo alcune sagome che ricordano i migranti che tentano dall’Africa la traversata nel Mediterraneo con la speranza di approdare in Sicilia, porta dell’Europa. Tra gli intervenuti, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciche’, Patrizia Monterosso, direttore della Fondazione Federico II, il vescovo di Monreale monsignor Michele Pennisi, il sindaco di Lampedusa Toto’ Martello. Di fronte alla barca, che realmente e’ stata utilizzata da un gruppo di migranti per uno dei tanti ‘viaggi della speranza’, in questo caso fortunato, un monumentale Calcio Balilla, dell’artista palermitano Cesare Inzerillo, proveniente dall’itinerante “Museo della Follia”.
Un’installazione che ha dei tratti grotteschi, come a volte e’ la realta’, senza una logica narrativa come in un sogno o in un incubo. Vengono accostati elementi inconsueti, che richiamano la definizione dell’estetica surrealista. Sull’imbarcazione Inzerillo ha collocato i ritratti fotografici di migranti di un centro di accoglienza, colti in momenti di un riconquistato senso di pace. La narrazione vivente di chi e’ riuscito a “passare l’Acqua” e ad arrivare in Europa. Il titolo ‘Acqua passata’ termina con un punto interrogativo non casuale: innesca, infatti, la riflessione su temi come le tragedie del mare e la “non” accoglienza: e’ o non e’ Acqua passata? Porre la questione, di certo, e’ un dovere, non una provocazione. La follia dell’indifferenza va combattuta.
Ma il punto interrogativo e’ capovolto, schiacciato dall’auspicio di un lieto fine. In tanti hanno voluto far parte del progetto realizzato dalla Fondazione Federico II. “Non per tutti e’ ‘Acqua passata’ quello che e’ successo nel Mediterraneo – ha spiegato Micciche’ – oggi pensiamo a commemorare diciottomila persone che dal 2013 sono morte in mare, ma vogliamo anche celebrare i tanti che sono arrivati sani e salvi dopo mille peripezie, quelli che comunque ce l’hanno fatta e che oggi vivono bene integrati, coloro per i quali il mare ora e’ alle spalle e quindi e’ diventato Acqua passata. Ma siamo qui anche in nome del diritto al lutto: penso alle tante madri, sorelle, mogli che sperano e attendono ancora una telefonata dai loro congiunti. L’arte contro il disinteresse e l’approssimazione delle idee, opere che ci invitano alla riflessione”, ha concluso Micciche’.
“Acqua passata, con un punto interrogativo che e’ sempre dietro l’angolo, deve diventare un elemento di riflessione, di memoria consapevole per quelle morti che rischiano di essere silenziose – ha affermato Monterosso – oggi inneggiamo alla vita e andiamo contro quell’indifferenza che e’ simboleggiata da un gioco perverso di un calcio balilla che indifferente digerisce elementi della quotidianita’, elementi sacri della vita e allora tutti insieme da questa gridiamo il no all’indifferenza”. La visione e’ stata accompagnata da una composizione elettroacustica del sound designer e compositore Gabriele Giambertone, un viaggio sonoro dai Sud del mondo all’illusione occidentale della liberta’ che diventa letale.
Il brano, attraverso passi di Gramsci, Whitman e Bekas, ha creato un contrappunto sonoro e dialettico tra democrazia, liberta’ e indifferenza con la lettura dell’attore palermitano Nicolo’ Prestigiacomo. L’installazione, si sviluppa su un modulo rettangolare con un fondo di pietrisco lungo 26 metri e largo 6 metri, e’ stata ideata dall’artista Cesare Inzerillo e da Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, con la collaborazione del Comune di Lampedusa e Linosa, dell’Assessorato alle Culture del Comune di Palermo, del Centro Regionale per la Progettazione e per il Restauro e del progetto Snapshots from the Borders. L’opera restera’ visibile in piazza del Parlamento fino al 30 ottobre. (ANSA)