Corruzione, “buche d’oro” in Sicilia: i nomi degli 8 arrestati tra funzionari Anas e imprenditori
Le tangenti che andavano ai funzionari dell’Anas di Catania, erano lucrate “su illegittimi risparmi di costi consentiti alle imprese” che, in accordo con capi centro, capi nucleo e rup dell’Area Tecnica Compartimentale di Catania, scovavano, tra le pieghe dei capitolati tecnici dei lavori loro affidati, ampi margini di manovra individuando le lavorazioni da non effettuare o da realizzare solo in parte. Emerge dalla seconda tranche dell’operazione “Buche d’oro” della Guardia di finanza, culminata in otto arresti e una misura interdittiva. I pubblici ufficiali coinvolti, “cosi’ piegavano i loro poteri discrezionali di vigilanza e controllo – argomenta la procura – orientandoli al perseguimento di scopi criminali, in totale dispregio dei rilevanti interessi pubblici in gioco”. Il profitto conseguito era pari a circa il 20% dei lavori appaltati e veniva assegnato per un terzo ai dipendenti Anas corrotti e, per la parte restante, restava nelle casse dei corruttori.
Sono otto gli arresti (uno in carcere e 7 ai domiciliari) della seconda tranche dell’operazione “buche d’oro” su presunte mazzette versate a funzionari dell’Anas di Catania per il rifacimento di strade della Sicilia Orientale e centrale. Tangenti anche del 20% lucrate su risparmi derivanti da lavori mai finiti. Tre dei provvedimenti hanno raggiunto – per altre contestazioni – i funzionari Anas gia’ arrestati a settembre. Il gip ha disposto nei confronti di un dirigente Anas la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio per un anno. Il blitz di oggi, dunque, e’ il primo sviluppo dell’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania, finalizzata a far luce sull’esistenza di “rodati circuiti corruttivi all’interno dell’Anas di Catania” che vedono coinvolti dirigenti e funzionari infedeli responsabili della manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia Orientale e imprenditori corruttori compiacenti. In carcere e’ finito il geometra Gaetano Trovato 54 anni, dipendente Anas, capo nucleo B del Centro di manutenzione A dell’Area Tecnica Compartimentale, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie stradali statale 192 della Valle del Dittaino (Enna) e statale 284 (Occidentale etnea).
Ai domiciliari Salvatore Truscelli 56 anni, rappresentante legale della “Tuscelli srl”, specializzata in lavori di costruzione”, con sede a Caltanissetta e un volume d’affari annuo superiore ai 5 milioni di euro; Pietro Matteo Iacuzzo, 50 anni, rappresentante legale della “Isap srl”, attivita’ di strade, autostrade e piste aeroportuali, con sede a Termini Imerese (Palermo), con un volume d’affari nel 2018 superiore a 17 milioni di euro; Roberto Priolo di 48 anni, rappresentante legale della “Priolo srl”, attiva nei lavori edili e restauri con sede a Ciminna (Palermo) e un volume d’affari annuo di circa 1 milione di euro; Calogero Pullara di 40 anni, titolare dell’omonima ditta individuale per lavori edili e stradali, lavori di terra con eventuali opere connesse in muratura e cemento armato di tipo corrente, demolizione e sterri, opere speciali in cemento armato, lavori di tinteggiatura e verniciatura, costruzione, con sede a Favara (Agrigento), con un volume d’affari annuo di circa un milione di euro. Il gip ha disposto l’interdizione dall’esercizio di pubblico ufficio per la durata di un anno, per l’ingegnere Antonino Urso di 39 anni, capo centro Manutenzione “A” dell’Area Compartimentale Anas di Catania competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle arterie statali 121 Catanese, 575 di Troina, 192 della Valle del Dittaino, 284 Occidentale Etnea, 288 di Aidone, 385 di Palagonia, 117 Bis Centrale Sicula, 417 di Caltagirone. Urso, viene spiegato, “ha reso ampia confessione spiegando nei dettagli la rete corruttiva nella quale erano coinvolti anche altri funzionari dell’Anas e imprenditori corruttori”.
Tra i soggetti destinatari dell’ordinanza cautelare eseguita oggi figurano anche i geometri Anas Riccardo Contino e Giuseppe Panzica, che gia’ a settembre finirono in carcere, e l’ingegnere Giuseppe Romano, ammesso ai domiciliari, per effetto della contestazione di nuovi fatti corruttivi caratterizzati ancora dal raggiungimento di accordi di spartizione con imprese compiacenti dei profitti legati alla difforme esecuzione dei lavori di rifacimento di strade statali della Sicilia orientale. Tangenti collegati a illegittimi risparmi di costi consentiti alle imprese che, in accordo con capi centro, capi nucleo e rup dell’Area Tecnica Compartimentale di Catania, scovavano, tra le pieghe dei capitolati tecnici dei lavori loro affidati, ampi margini di manovra individuando le lavorazioni da non effettuare o da realizzare solo in parte. I pubblici ufficiali coinvolti, “cosi’ piegavano i loro poteri discrezionali di vigilanza e controllo – sostiene la procura – orientandoli al perseguimento di scopi criminali, in totale dispregio dei rilevanti interessi pubblici in gioco”. Il profitto conseguito era pari a circa il 20% dei lavori appaltati e veniva assegnato per un terzo ai dipendenti Anas corrotti e, per la parte restante, restava nelle casse dei corruttori. (AGI)