8 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaPolitica

Migranti, cardinale Montenegro: avanti nell’insegnamento del Papa

“Sono passati dieci anni dal primo viaggio apostolico di papa Francesco. Viaggio, secondo me, iniziato a Lampedusa ma non ancora concluso. Venne per piangere le vittime della migrazione, della cultura dello scarto e dell’indifferenza”. Lo ha detto questa mattina il card. Francesco Montenegro, nella celebrazione eucaristica, nella parrocchia di Lampedusa, a conclusione di tre giorni in ricordo del X anniversario della visita nell’Isola, di papa Francesco.

L’iniziativa – promossa dall’Apostolato del Mare della Cei, dalla Fondazione Migrantes e dalla diocesi di Agrigento – si inserisce nelle celebrazioni per la Domenica del Mare che si celebra oggi. Molto spesso, “voi di Lampedusa e Linosa – ha detto il porporato – avete visto queste donne e uomini piangere e avete pianto con loro, e non solo il 3 ottobre di dieci anni fa; li avete soccorsi ravvisando in loro fame e sete di speranza e desiderio di vita migliori; avete persino aperto le vostre case perche’ avessero il ristoro di una doccia, il tepore di un te’ e la consolazione di un abbraccio. Avete condiviso il pesce pescato da voi stessi con loro, coi quali lo avete arrostito e mangiato. Avete pregato insieme, pur nel rispetto di altre fedi e altri riti. E, con i loro sguardi ricchi di speranza ma carichi di orrore, avete ascoltato le loro storie di persecuzioni, di stupri e vessazioni, di percosse violente e molestie di ogni genere insieme alla struggente nostalgia di casa e degli affetti piu’ cari”.

Per il card. Montenegro la fraternita’ e’ “la festa della paternita’ di Dio. Invochiamo lo Spirito perche’ cio’ avvenga. E’ vero che la fraternita’ la vogliamo e costruiamo noi, ma e’ vero che e’ dono dello Spirito. Senza lo Spirito che e’ Pace, Giustizia, Amore, Liberta’, Verita’, la fraternita’ rischia di essere semplice velleita’. Continuiamo percio’ con Papa Francesco il viaggio della speranza, cominciato da qui; non stanchiamoci; il Crocifisso sopra l’altare che il Papa ci ha regalato ce lo ricordi; osiamo come Papa Francesco, non lasciamolo solo ma soprattutto accogliamo sorridenti Gesu’ nei fratelli che vengono dall’altro continente”. (AGI)