2 Luglio 2024
Cronaca

Omicidio Miceli a Cattolica Eraclea, procura di Palermo impugna sentenza di assoluzione dell’imputato

Il sostituto procuratore generale di Palermo, Giuseppe Fici, ha impugnato la sentenza emessa lo scorso giugno dalla Corte di assise di appello di Palermo che aveva assolto Gaetano Sciortino, 59 anni, di Cattolica Eraclea, accusato dell’omicidio del marmista del paese Giuseppe Miceli, ucciso il 6 dicembre 2015 all’interno del suo laboratorio. L’artigiano cattolicese è stato massacrato con gli arnesi usati per il suo lavoro e fu colpito probabilmente con un motorino dell’acqua al volto. Sciortino, operaio di 59 anni, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, fu condannato in primo grado a 24 anni di reclusione dalla Corte di assise di Agrigento.

In appello la sentenza è stata ribaltata. L’imputato (nella foto in alto) sarebbe stato tradito da due prove: un video, dalla qualità non eccelsa, che proverebbe il pedinamento con l’auto nei confronti della vittima nelle ore precedenti l’omicidio, e una scarpa. Nel luogo dell’omicidio è stata trovata un’impronta di una scarpa compatibile con quella recuperata in un dirupo che l’imputato, secondo quanto emergeva dalle indagini e dalle intercettazioni, avrebbe cercato di fare sparire.

Un altro elemento che ha indirizzato gli inquirenti su Sciortino è stato il presunto furto di alcune viti di trapano che i figli dell’imputato, secondo quanto si sente da una microspia posizionata nell’auto, hanno cercato di disperdere dandogli fuoco. Sfugge l’esatto movente che, comunque, sarebbe da ricondurre a una rapina. I giudici di appello, in ogni caso, non hanno valutato come schiaccianti le prove a suo carico.

Anche il difensore di parte civile, l’avvocato Antonino Gaziano, che difende i familiari della vittima, ha impugnato il verdetto contestando la sentenza di appello che trascurerebbe, secondo quanto contenuto nel ricorso, alcuni elementi che proverebbero con certezza che a uccidere Miceli è stato Sciortino. La vicenda, dunque, è ancora aperta e il caso sarà discusso in Cassazione nei prossimi mesi.