2 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaCronaca

Mafia e scommesse nell’Agrigentino, scattano 10 misure cautelari

Il gioco d’azzardo e la distribuzione delle apparecchiature erano Cosa nostra in provincia di Agrigento e i profitti servivano a finanziare le famiglie mafiose. Dieci le misure cautelari eseguite dalla Direzione investigativa antimafia sulla base dell’ordinanza del gip di Palermo, su richiesta della procura, che ha disposto una custodia in carcere, 5 ai domiciliari e 4 divieti di esercizio della professione e dell’attivita’ imprenditoriale. L’operazione, denominata “Breaking Bet”, le cui indagini sono state sviluppate dalla Sezione Operativa della Dia di Agrigento, contesta, a vario titolo, i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo di attivita’ d’intermediazione nella raccolta di gioco, tramite l’installazione di apparecchiature di gioco in assenza di concessione dell’Agenzia dei monopoli, nonche’ estorsione aggravata dall’agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori.

Accertata la capillare distribuzione e installazione di postazioni per il gioco d’azzardo, mediante la costituzione di societa’ intestate a prestanomi schermandone, di fatto, la reale titolarita’: tramite gli apparecchi collegati in rete a siti internet esteri, ai giocatori era consentito di partecipare a scommesse su eventi sportivi, nonche’ di scegliere, oltre ai giochi di abilita’ a distanza. anche opzioni di gioco (tipo videopoker, roulette…). I proventi dell’attivita’ di betting erano destinati a contribuire al sostentamento economico delle famiglie mafiose di Licata e Campobello di Licata, ma anche, in parte, trasferiti a esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, consentendo a Cosa nostra, oltre all’arricchimento economico, di acquisire e sviluppare il controllo diretto e indiretto di attivita’ economiche sul territorio. Eseguite numerose perquisizioni. (AGI)