2 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaTurismo

”Il capitale umano, la vera forza della Rete dei Borghi della Valle del Belìce”, parte network di imprese locali del Gal Valle del Belìce

”Il capitale umano è il vero volano per la promozione turistica della Valle del Belìce, in Sicilia. Un modo di dire che non è solo uno slogan, ma una constatazione che tutti possono fare visitando questo territorio. Luoghi incantevoli ricchi di natura, arte, architettura e storia, ma che sarebbero solo cartoline senza la passione e l’impegno di donne e uomini che li rendono vivi.
Qui sta la forza del progetto Rete de Borghi della Valle del Belìce, finanziato dal GAL Valle del Belice, ovvero mettere a sistema le risorse culturali, paesaggistiche ed economiche del territorio nell’ottica di una valorizzazione collettiva.
Il progetto vede per ora coinvolti i comuni di Menfi, Salemi, Santa Ninfa, Partanna e Contessa Entellina, tutti allineati sui valori della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Un’imprenditoria partecipativa che mette a disposizione della Rete beni e competenze con l’obiettivo di realizzare un’offerta turistica che abbia il sapore di un’esperienza indimenticabile”.
E’ quanto si legge in una nota Rete dei Borghi della Valle del Belìce, che aggiunge:
”Così è stato per un gruppo di giornalisti accolti dal 17 al 19 novembre scorsi nel piano di promozione delle attività della Rete nella Valle del Belìce: sono stati gli stessi stakeholders i protagonisti di un fine settimana ricchissimo con visite a caseifici, oleifici, cantine vitivinicole, country resort, boutique hotel, borghi. Il tutto reso possibile da servizi di trasporto, guide e animatori, a loro volta parte del gruppo
Non sono solo luoghi e attività di lavoro ma realtà spesso familiari dallo storytelling fortissimo perché sincero. Nel corso della tre giorni, tra visite, assaggi, racconti, interviste, sono emersi alcuni denominatori comuni: l’orgoglio di chi rimane o di chi torna in Sicilia per renderla più accogliente, la relazione tra genitori e figli nella stessa impresa, ciascuno con i suoi compiti e competenze, la presenza di sempre più donne, giovani e laureate, l’attenzione alla sostenibilità.
Questo è il racconto delle aziende Giallo, Cantine Barbera e Rapinzeri, rispettivamente di Contessa Entellina, Menfi e Santa Ninfa, tutte votate al biologico e chi anche all’agricoltura biodinamica, promotrici di un’agricoltura sana, finalizzata al rispetto del territorio e non solo alla produzione di vini di qualità.
Il presente quasi tutto al femminile di Feudo Pollichino, azienda casearia di Contessa Entellina, dove si producono il presidio Slow Food Vastedda del Belìce, l’unico formaggio a pasta filata fatto con latte di pecora, il Pecorino Siciliano Dop e una buonissima ricotta. A Salemi, ai piedi della rocca del castello del borgo, c’è l’azienda Alicos che mette nelle sue conserve il sapore semplice della cucina di casa: dalle salse di pomodoro, alle marmellate, dai pesti per le bruschette, alla crema di pistacchi in tubo. Sapori antichi ma pensati in chiave contemporanea, come la linea di prodotti proteici. L’odore dell’olio extravergine di oliva pervade invece Casale Abate a Menfi, un frantoio oleario a due fasi con macchinari di ultima generazione. Sarà Paolo Oretto, il proprietario, a spiegarvi tutto ciò che c’è da sapere su questo prodotto con passione e competenza.
In un territorio fortemente agricolo, con scorci mozzafiato su distese di viti e ulivi, anche il mare gioca un ruolo da protagonista, con le sue Bandiere Blu e Bandiere Verdi (quelle dedicate alle spiagge a misura di bambino). Qui a pochi metri dall’acqua c’è Nur – Spazio di Luce, il ristoro sul mare di Porto Palo, dove godersi il sole, un buon bicchiere di vino, le sarde di Selinunte e magari un giro in barca fino a Mazara del Vallo con una guida di eccezione che è Francesco Tarantino, anima di Nur. Per il soggiorno in zona le strutture più belle puntano a far sentire a casa il turista. Non grandi alberghi e costruzioni anonime, ma dimore storiche o vecchi opifici ristrutturati in luoghi ricettivi come Dimora Siqu nel centro di Menfi e Case Graffeo nelle campagne menfitane. Due storie di famiglia dove lavorano genitori, figli, amici, tutti impegnati nell’accogliere il visitatore nel modo migliore possibile, offrendo colazioni preparate in casa, suggerimenti per le visite, cooking class, la raccolta dei prodotti dell’orto, e-bike e molto altro ancora. Intorno a queste persone e alle loro attività ci sono poi i Comuni dove vivono e lavorano. Ciascun posto, borgo o città che sia, ha una infinità di cose da mostrare e raccontare e a farlo sono spesso voci di ragazzi e ragazze che accompagnano con entusiasmo e conoscenza i turisti in visita.

La Valle del Belìce è un territorio molto vasto che si snoda tra le province di Trapani, Palermo e Agrigento, ricco di storia e di splendidi paesaggi naturali quello che la Rete dei Borghi della Valle del Belìce si è promessa di promuovere, creando un modello di accoglienza e disponibilità capace di dare valore al territorio e alle sue produzioni tipiche, con un occhio sempre più attento ai temi della sostenibilità.
Ecco perché, in occasione della tre giorni belicina e nell’anno del riconoscimento di Menfi Città del Vino 2023, la Rete dei Borghi della Valle del Belìce ha voluto organizzare un convegno dedicato al cambiamento climatico in atto in Sicilia e nell’intera area del Mediterraneo: “La viticoltura mediterranea alla sfida del cambiamento climatico: strategie e tecniche di contrasto alla desertificazione e prospettive di adattamento per la sopravvivenza dei sistemi agricoli”

Quello di cui parliamo è un ecosistema, che se non protetto e custodito, verrà compromesso dalla desertificazione. E si parla di una terra la cui fama risale all’origine del tempo, quando il Belìce era una via d’acqua navigabile, uno dei tre bacini idrografici più importanti dell’isola, fulcro di commerci e scambi, simbolo di unione e non divisione tra popoli. Le sue acque venivano utilizzate per irrigare i campi attigui, il suo bacino aveva una importanza strategica per lo scambio di merci. Il territorio stesso, ora ricordato per lo più a causa del terremoto che lo distrusse nel 1968, è in realtà una delle culle della civiltà mediterranea, il luogo dove si sono alternate le stirpi fenicie, greche, arabe e normanne, che hanno regalato ai borghi le vestigia delle loro culture.

L’impegno del Gal Valle del Belìce attraverso il progetto Rete dei Borghi Valle del Belìce
Cosa è una rete di imprese? Sono strumenti di valorizzazione del territorio e hanno l’obiettivo di mettere in rete, lo dice la parola stessa, soggetti di un territorio, normalmente distanti da un confronto, su obiettivi specifici. La Rete dei Borghi della Valle del Belìce, in particolare, mette in relazione aziende che si occupano di cose diverse – come turismo, agricoltura, servizi – con le istituzioni. Lo spiega bene Marilena Barbera, viticoltrice di Menfi con Cantine Barbera: “L’obiettivo è mettere insieme ciò che ciascuno di noi sa fare, per far conoscere a chi viene a trovarci, quanto di bello un territorio può offrire. Nello specifico il nostro territorio è stato distrutto da un terremoto che ha devastato non soltanto le case e le attività economiche, ma ha distrutto la coscienza e la cultura dei luoghi, perché sono stati territori completamente smembrati, non soltanto dal punto di vista fisico. Quindi le reti, creando relazioni e facendo di nuovo parlare le persone, hanno l’obiettivo di ricostruire e tessere questa trama che si è slabbrata”.
L’area di intervento prevalente è quella del turismo, in particolare quello rurale ed esperienziale. Tale settore rappresenta una fetta importante dell’economia siciliana (circa il 15% del PIL regionale) e un’ancora di salvezza per i territori meno industrializzati dell’entroterra e per le fasce più vulnerabili della popolazione, che vi hanno trovato occupazione. In particolare, parlando di questo territorio, vanno tenuti presenti i comuni che fanno parte del Gruppo di Azione Locale: Salemi, Salaparuta, Poggioreale, Gibellina, Partanna, Montevago, Santa Margherita Belice, Contessa Entellina, Sambuca di Sicilia, Caltabellotta, Menfi, Santa Ninfa
Il progetto intende promuovere il turismo sostenibile, valorizzando il patrimonio artistico e culturale, l’artigianato e il settore agroalimentare del territorio del Belìce. Si punta quindi a una rete di cooperazione reale tra microimprese, associazioni e operatori della filiera turistica, produttiva e di beni culturali al fine di creare un’offerta turistica relazionale/esperienziale di qualità attraverso la condivisione di strategie di promozione e marketing, di risorse e di processi di lavoro comuni”.