27 Luglio 2024
Agrigento e ProvinciaEconomia

Sud resta indietro per reddito famiglie: Enna e Agrigento ultime in classifica

Il Mezzogiorno allunga il passo e accorcia le distanze con il resto d’Italia per il reddito delle famiglie anche se resta ancora parecchio indietro. Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, Caserta (+14,2%) è la prima provincia per crescita del reddito disponibile delle famiglie tra il 2019 e il 2022 a prezzi correnti, seguita sul podio da La Spezia (+13,8%) e Potenza (+13,1%). Nel complesso, il Mezzogiorno ha allungato il passo più del resto d’Italia nel post Covid, mettendo a segno nel periodo considerato un incremento del reddito familiare in termini monetari – al lordo degli effetti inflattivi – del 9,1%, contro il +8,3% dell’Italia nord-occidentale, il +7,7% del Nord-Est e il +7,3% dell’Italia centrale. Tuttavia, se si guarda al reddito pro-capite delle famiglie è ancora Milano con 32.855 euro per abitante in cima alla graduatoria delle province italiane, seguita da Bolzano (27.966 euro) e da Monza e della Brianza (27.520 euro).

Mentre sul fronte opposto gli ultimi posti sono tutti occupati da province meridionali con Enna che chiude la classifica con 13.701 euro, preceduta da Agrigento (13.725 euro) e Caserta (13.923 euro). Ma complessivamente il reddito disponibile pro-capite al Sud ha recuperato terreno, anche per effetto delle politiche redistributive: se i 14.432 euro del 2019 rappresentavano il 74,9% del valore medio italiano, i 16.046 euro del 2022 ne costituiscono il 76,0%. “L’analisi del reddito disponibile a prezzi correnti restituisce l’immagine di un Paese meno diseguale rispetto alla geografia del Pil. Più in generale, sembra che la nostra economia si stia articolando secondo direttrici che in tanti casi saltano la tradizionale dicotomia Nord-Sud” ha detto Fausto Esposito direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che ha sottolineato come “occorra, però, considerare che il processo inflattivo in questi anni ha colpito più il Mezzogiorno del resto d’Italia e questo sicuramente contribuisce ad ampliare i divari del potere di acquisto reale. Per questo, il tema vero resta quello della crescita della base produttiva per assicurare una occupazione di maggiore qualità e una più elevata consistenza del reddito delle famiglie fuoriuscendo dalle situazioni di precarietà oggi più diffuse nel Meridione”. (ANSA)